Assalto alle Mura: i turisti ignorano divieti e cartelli di pericolo

Il bestiario dei comportamenti più pericolosi sul nostro monumento

Nella foto di Domenico Bertuccelli a novembre 2014, la scalata delle Mura durante i Comics

Nella foto di Domenico Bertuccelli a novembre 2014, la scalata delle Mura durante i Comics

Lucca, 24 agosto 2018 - E’ fuori pericolo il bimbo francese di 6 anni caduto in bici martedì dalle Mura. I medici del Meyer hanno sciolto la prognosi e il piccolo per ora resta ricoverato in chirurgia. Ma intanto è polemica anche sull’approccio disinvolto dei turisti al monumento cittadino.   Trenta e zero. Segnatevi questi due numeri. Trenta sono i cartelli che l’Opera delle Mura ha apposto praticamente su tutti le salite e camminamenti di accesso al principale monumento cittadino che segnalano la presenza di banchine prive di protezione con pericolo di caduta. «E’ vietato salire sui parapetti. E’ vietato campeggiare e accendere fuochi. Biciclette a velocità moderata. Sanzioni per i trasgressori», vi si legge in italiano, inglese, tedesco, spagnolo e francese. E zero? Zero è il numero di persone che notano e leggono i cartelli. Basta un sopralluogo per rendersene conto. Gli avvisi piazzati ad ogni salita, per quanto costituiscano un indubbio monito e una cautela legale, restano lettera morta. I turisti salgono a tutte le ore e nemmeno si accorgono dei cartelli. Peraltro poco incisivi: il segnale di pericolo ha circa le dimensioni del logo del Comune e dell’Opera delle Mura. Risultato: il turista, non guarda e passa oltre. Ha altro da fare. Magari consultare la guida o il cellulare.    I cartelli mancano invece all’altezza dei parapetti, dove forse l’indicazione del pericolo sarebbe maggiormente utile. Ma accanto alla questione della cartellonistica, che sta scivolando in una vicenda giudiziaria, in linea con le consolidate usanze nazionali, la vicenda del recente ferimento di due turisti francesi sulle Mura fa tornare alla ribalta il problema centrale: chi viene in città, o almeno una parte di essi, pensa di essere capitato in una sorta di luogo incantato dove il pericolo non esiste? Sembrerebbe così. Basta vedere quanti si spenzolano impunemente con le gambe nel vuoto dalle cortine e dai baluardi. O lasciano tranquillamente correre i figli minorenni sul parapetto delle Mura. O, ancora, come nella giornata di ieri, si improvvisano alpinisti che, con tanto di bacchette, provano a scendere dalle Mura da un dirupo anziché dal camminamento nei pressi di via dei Bacchettoni. Storie di ordinaria Disneyland lucchese. Fino alla prossima sirena dell’ambulanza. 

La moda più pericolosa, che se ne frega allegrtamente dei cartelli di divieto e di ogni avviso sui pericoli, è quella di salire sui parapetti delle Mura urbane per scattare foto panoramiche o più spesso dei «selfie». In particolare sono turisti italiani e stranieri che non esitano in alcuni casi ad esporre a rischi assurdi anche i bambini, lasciati liberi di arrampicarsi sui parapetti con lo strapiombo sottostante di dieci metri.

La tipologia del turista o visitatore occasionale delle Mura vede in evidenza anche lo «sportivo», che ritiene simpatico e audace calarsi giù per i baluardi o i terrapieni delle cortine alberate del monumento nei punti più critici.  Come evidenzia anche queasta foto inviataci da un lettore, c’è perfino chi scende da punti impervi e pericolosi con l’utilizzo di bastoni da trekking.

Non mancano purtroppo i comportamenti che mettono a repentaglio anche l’incolumità dei passanti. E’ il caso dell’uso un po’ troppo disinvolto e spavaldo che molti turisti fanno dei risciò. In alcuni casi (come quello documentato dalla foto inviataci da Viviano Borelli) si assiste a vere e proprie gare di velocità sulle Mura con esiti fantozziani e disastrosi: cadute rovinose e persone ferite. Il Comune annuncia un giro di vite sulle zone per i risciò.