Marito e moglie morti sulle Apuane. "Letizia e Jeffrey, che dolore per tutti noi"

Sgomenti familiari e amici della coppia di Lucca morta nella tragica caduta. Lui lavorava alla Geal, lei da Primigi al centro commerciale Coop

L'elisoccorso con una delle vittime e, nel riquadro, Letizia Rossi

L'elisoccorso con una delle vittime e, nel riquadro, Letizia Rossi

Lucca, 14 gennaio 2020 - Sconcerto e dolore, incredulità. Sono i sentimenti che attanagliano parenti e amici di Jeffrey Grazzini (50anni) e Letizia Rossi (46) i due lucchesi morti domenica mattina in un tragico incidente sulle Alpi Apuane. Stavano percorrendo una vecchia via di lizza, ’in conserva’ cioè legati assieme. Ma il suolo ripido e le rocce friabili li avrebbero traditi a circa 200 metri dalla vetta. La coppia era sposata dal 1992 e non aveva figli, abitava prima a Sant’Alessio e poi da qualche anno sulla via per Mutigliano.

Lui era una grande appassionato di montagna e lei spesso lo seguiva nelle escursioni durante il tempo libero. Jeffrey aveva lavorato in proprio con la ditta Elettrocostruzioni e poi era passato come tecnico alle dipendenze di Geal: da quasi venti anni si occupava di impianti, ed era considerato uno dei più esperti nell’azienda. Letizia Rossi invece lavorava come commessa nel negozio di scarpe per bambini “Primigi“ all’interno del centro commerciale della Coop a Sant’Anna. I colleghi di Jeffrey sono rimasti sgomenti e increduli. Lo stesso le colleghe ed ex colleghe di Letizia, da molti anni attiva come commessa in vari negozi di calzature. "Una ragazza gioviale, sportiva, positiva – la ricordano – sembra impossibile che sia accaduto proprio a lei tutto questo. Erano una coppia molto affiatata..".

Alla Geal pochi hanno voglia di parlare. "E’ una grave perdita, Jeffrey era un punto di riferimento per noi, per l’azienda, siamo tutti scossi...". Grazzini da anni lavorava come addetto agli impianti idrici ed elettrici Geal. E dall’acquedotto centrale di Salicchi dove era assegnato, si era fatto ben volere da tutti i colleghi, durante le ’missioni’ tecniche che lo portavano lungo pozzi e tubature in giro il territorio.

A unire la coppia, sposatasi giovanissima nel 1992, era stato anche l’amore per la natura e le escursioni. Quello che stavano percorrendo era un sentiero impervio tra antiche mulattiere: non c’era ’verglass’ cioè come in alpinismo viene definito lo strato di ghiaccio ’vetrato’ sulle pareti. A farli scivolare pare sia stato il terreno friabile e ciottoloso. Il sentiero che li ha traditi era definito da "escursionista esperto avanzato".

A dare l’allarme al 118 sarebbero stati altri escursionisti che si trovavano sulle Apuane, nella zona del rifugio Nello Conti (al momento chiuso fino a fine febbraio) ai Campaniletti. Il Pegaso 3 si è alzato in volo da Cinquale con a bordo un tecnico e un medico. Arrivato in zona però non ha potuto far altro che constatare il decesso dei due escursionisti. Si è attivata la stazione di Massa del Sast, con il supporto dei soccorritori a terra. Il Pegaso si è alzato altre due volte per portare i tecnici in vetta, calarli con il verricello e recuperare i due corpi senza vita.

A Sant’Alessio e Mutigliano, comunque, la gente non vuole crederci. "Davvero sembra impossibile – commentano – che siano morti entrambi in questo modo. Un destino beffardo che li ha voluti unire anche nella morte...". Intanto le salme restano a disposizione della magistratura all’obitorio di Massa, in attesa di ulteriori accertamenti tecnici.

Paolo Pacini © RIPRODUZIONE RISERVATA