Sospesi trenta medici “no vax“. "Non è detto che ci fermeremo qui"

Scattati i primi provvedimenti nei confronti degli operatori sanitari che non hanno risposto presente all’obbligo vaccinale. Non potranno lavorare fino al 15 maggio o finché non si metteranno in regola

Lucca, il presidente dell’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri, dottor Quiriconi

Lucca, il presidente dell’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri, dottor Quiriconi

Lucca, 5 gennaio 2022 - La sentenza è giunta: 30 medici no vax, in provincia, sono ufficialmente sospesi dalle loro mansioni almeno fino al 15 maggio oppure finché non si metteranno in regola con gli obblighi vaccinali. Il consiglio dell’Ordine dei Medici ha deliberato e sono già partite le pec a una trentina di destinatari tra cui, sembra, almeno un medico di famiglia. 

"Sono le prime 30 sospensioni, non è detto che ci fermiamo qui - premette il presidente dell’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri della provincia, dottor Umberto Quiriconi -. D’altra parte anche e soprattutto in un momento come questo l’inadempienza rispetto all’obbligo vaccinale Covid non è accettabile da parte di un medico né da un punto di vista clinico né da un punto di vista morale e etico. E poi al di là delle opinioni personali c’è una legge dello Stato a cui dobbiamo attenerci. I medici, in massima parte si tratta di liberi professionisti, potranno rientrare al lavoro se ottempereranno all’obbligo vaccinale, altrimenti la sospensione resterà ininterrotta fino al 15 maggio".

Con la carenza generalizzata di camici bianchi la novità non è esattamente un toccasana.

"Credo che non ci saranno ripercussioni particolari perchè mi pare che per ora è colpito dal provvedimento solo un medico di medicina generale - specifica il dottor Quiriconi - . E’ chiaro che il carico sarà maggiore se ad essere sospeso è un medico massimalista rispetto a chi ha 500 assistiti, ma penso di poter dire che in questo caso il fronte di criticità che si può aprire è contenuto". 

I provvedimenti sono scattati e a comunicarli in queste ore, così come prevede il decreto, è stato l’Ordine provinciale. D’altra parte i sanitari per legge sono obbligati ad assumere la dose booster 150 giorni dopo la fine del ciclo vaccinale primario e, per chi avesse contratto il Covid, 150 giorni dopo la diagnosi della malattia. 

Da questo “perimetro” non si scappa. Non più. Ma resta tutta l’emergenza legata alle carenze di personale sanitario racchiusa nel monito lanciato ieri dall’Ordine dei medici che invocano senza mezzi termini più risorse destinate e più assunzioni anche "accendendo un mutuo come la Regione ha già fatto per motivi meno importanti: la gravità del momento lo pretende". 

Laura Sartini