Lucca, mamma morì di parto: anche la bimba, dopo 16 mesi, non ce l'ha fatta

Non ce l’ha fatta la piccola Ginevra, attaccata per 16 mesi ai macchinari dopo la tragedia al San Luca. I funerali oggi a Mastiano

La mamma Emanuela Paolinelli morì poco prima di darla alla luce

La mamma Emanuela Paolinelli morì poco prima di darla alla luce

Lucca, 28 aprile 2022 - Non ce l’ha fatta la piccola Ginevra, la bimba nata in drammatiche circostanze il 14 dicembre 2020 all’ospedale San Luca, mentre la mamma Emanuela Paolinelli, 42enne di Mastiano, moriva dandola alla luce.

Il battito del suo piccolo cuore da allora era una flebile speranza di vita accesa per il papà Federico Sereni che non si è mai arreso, nonostante la figlia fosse nata con gravi danni cerebrali e subito attaccata ai macchinari dell’ospedale di Cisanello. Ma ieri quel cuoricino ha purtroppo cessato di battere.

I funerali si terranno oggi alle 15,30 nella chiesa di Mastiano. La salma di Ginevra è stata intanto trasferita all’obitorio del Campo di Marte, adagiata come addormentata in una piccola bara bianca. Il papà Federico Sereni, pisano, socio di un’azienda di elettronica a San Giuliano Terme e padre di un’altra bimba di 6 anni, aveva avviato subito raccolta fondi a favore del reparto di neonatologia di Pisa gestita dal professor Luca Filippi, dove la bambina era ricoverata. Avevano risposto in tanti, tra amici, parenti e lettori, raccogliendo 13mila euro per dare speranza ad altri bambini.

Sulla tragica fine della mamma Emanuela Paolinelli, 42 anni, impiegata alla Bpm Cassa di risparmio di Lucca, la Procura aveva aperto un’inchiesta, inviando dieci avvisi di garanzia a medici, ostetriche e infermiere del San Luca. Il pm Elena Leone aveva nominato due consulenti: il medico legale Margherita Neri dell’Università di Ferrara e il ginecologo Pantaleo Greco anch’egli docente all’Università estense.

Le conclusioni degli esperti parlavano di un decesso per embolia polmonare e secondo il pm non avevano fatto emergere profili di colpa o responsabilità a carico degli indagati. Di recente la Procura ha così chiesto l’archiviazione dell’inchiesta.

Il marito, che già a luglio aveva lanciato un appello perché l’inchiesta andasse fino in fondo, tramite i suoi legali si è tuttavia opposto all’archiviazione, convinto che sia necessario un processo per chiarire davvero i fatti: nei prossimi giorni sarà il gip a valutare la richiesta.

La morte della piccola Ginevra dopo 16 mesi getta un velo ulteriore di tristezza su una vicenda che ha lasciato tutti sgomenti e sconcertati. La gravidanza di Emanuela all’epoca era arrivata al termine senza problemi.

La partoriente (alla seconda gravidanza) era stata accompagnata in quei giorni di dicembre 2020 al San Luca proprio dal marito Federico Sereni. A causa delle restrizioni anti Covid-19, lui non era potuto rimanere a lungo nel reparto dove la moglie era ricoverata in attesa di essere condotta in sala travaglio. L’aveva vista per l’ultima volta per un quarto d’ora tra le 19 e le 19,15: lei stava bene e aveva detto al marito di uscire che tutto sarebbe andato per il meglio.

Alle 19,30 era stata sottoposta a stimolazione dell’attività uterina con una sostanza per l’induzione al parto. Ma nel giro di un’ora era avvenuto l’irreparabile: intorno alle 21 Emanuela era infatti deceduta in sala parto, dove era stata portata in arresto cardiaco per un cesareo d’urgenza sperando di salvare lei e la nascitura. La mamma non ce l’aveva fatta e la piccola Ginevra era venuta alla luce con problemi respiratori e danni cerebrali.