Un evento recente al teatro del Giglio

Come viene vissuto il teatro dai giovani? Lo abbiamo chiesto a due studentesse, Alessia Boggi e Matilde Tani della 5ª M del Liceo "A. Passaglia", che seguono il progetto "Guida all’ascolto" curato dalla professoressa Francesca Mascolo, docente di Storia della musica. I giovani e il teatro: come vivi questo rapporto? Alessia Boggi: "Il teatro mi affascina perché lo considero un luogo magico, ricco di arte e di violini che si accordano. Il solo atto di vestirmi bene, stare nel palchetto con la curiosità di quello che vedrò appena il sipario si apre, mi rende contenta di andare a teatro. Purtroppo gli spettacoli proposti non vengono pubblicizzati abbastanza; spesso ho sentito dire che i giovani non sono attratti dal teatro perché lo ritengono un luogo “da vecchi”, per molti è effettivamente così, ma non per me e le persone che frequento". Quanto bisogno c’è di sensibilizzare i giovani nei confronti del teatro? Matilde Tani: "In questo periodo storico c’è un grande bisogno che i giovani vengano sensibilizzati nei confronti del teatro e della musica in generale; la scuola ha un ruolo fondamentale sulle menti degli studenti, e potrebbe fare così tante cose per poterci rendere più completi a livello culturale e umanitario; la famiglia dovrebbe educare i propri figli a un ascolto musicale e teatrale, in modo tale che anche se non gli interessa abbia comunque una certa cultura". Che cosa preferisci tra lirica, prosa e danza? Alessia Boggi: "La danza perché la trovo come l’arte più naturale, anche se ballare in realtà è la forma più innaturale a livello fisico, ma ai miei occhi non appare la forzatura dei movimenti, ma la dolcezza e leggerezza del corpo. L’orecchio si concentra sull’orchestra, e questo mi piace perché apprezzo maggiormente la musica strumentale rispetto a quella vocale". Qual è il ruolo della scuola nell’avvicinare i giovani alla cultura? Matilde Tani: "La scuola ha un ruolo fondamentale nell’educazione dell’alunno; se non fa nulla per avvicinare lo studente a un certo tipo di cultura, che non riguarda esclusivamente le materie del proprio istituto, lo studente per una serie di motivi che possono essere sia scolastici che sociali, è difficile che si avvicini ad argomenti del genere, che sono visti ormai come vecchi e passati. Studiando storia della musica ho realizzato che come qualunque materia umanistica, la musica e il teatro andavano di pari passo con quella che era la società del momento, era un argomento che non era mai stabile, ma anzi in continuo mutamento". Il teatro è anche un importante mezzo per gestire, talvolta, ansie e paure; che cosa ne pensi, soprattutto dopo l’esperienza della pandemia? Alessia Boggi: "C’è un motivo se il teatro viene utilizzato come forma di terapia. Infatti nel momento in cui una persona si trova sul palco a recitare, ballare o suonare, riesce ad uscire dalle sue preoccupazioni e paure, dedicandosi pienamente al ruolo che deve interpretare. È un luogo di incontro e di scambio, e questo abbiamo capito che è fondamentale". Giacomo Puccini: hai visto una sua opera, ne hai parlato in famiglia e a scuola? Matilde Tani: "Fino ad oggi ho visto solo un’opera di Puccini, “Madama Butterfly“, che mi ha colpito sia per le bellissime scenografie e costumi esotici e particolari, e soprattutto per la passionalità delle musiche, che fortunatamente i cantanti riuscirono a esprimere altrettanto bene; sono cresciuta in una famiglia che mi ha fatto vivere con la musica, classica e non, e se mio padre spingeva di più sulla musica rock o jazz, mia madre per quanto apprezzasse molto anche lei quei generi musicali, mi ha sempre abituato all’ascolto di musica classica o di opere teatrali, inoltre è una grande appassionata di Puccini, quindi crescendo ho sempre saputo chi fosse e magari rammentavo addirittura qualche melodia che mia madre ascoltava". Maurizio Guccione

Cronaca

Come viene vissuto il teatro dai giovani? Lo abbiamo chiesto a due studentesse, Alessia Boggi e Matilde Tani della 5ª M del Liceo "A. Passaglia", che seguono il progetto "Guida all’ascolto" curato dalla professoressa Francesca Mascolo, docente di Storia della musica.
I giovani e il teatro: come vivi questo rapporto?
Alessia Boggi: "Il teatro mi affascina perché lo considero un luogo magico, ricco di arte e di violini che si accordano. Il solo atto di vestirmi bene, stare nel palchetto con la curiosità di quello che vedrò appena il sipario si apre, mi rende contenta di andare a teatro. Purtroppo gli spettacoli proposti non vengono pubblicizzati abbastanza; spesso ho sentito dire che i giovani non sono attratti dal teatro perché lo ritengono un luogo “da vecchi”, per molti è effettivamente così, ma non per me e le persone che frequento".
Quanto bisogno c’è di sensibilizzare i giovani nei confronti del teatro?
Matilde Tani: "In questo periodo storico c’è un grande bisogno che i giovani vengano sensibilizzati nei confronti del teatro e della musica in generale; la scuola ha un ruolo fondamentale sulle menti degli studenti, e potrebbe fare così tante cose per poterci rendere più completi a livello culturale e umanitario; la famiglia dovrebbe educare i propri figli a un ascolto musicale e teatrale, in modo tale che anche se non gli interessa abbia comunque una certa cultura".
Che cosa preferisci tra lirica, prosa e danza?
Alessia Boggi: "La danza perché la trovo come l’arte più naturale, anche se ballare in realtà è la forma più innaturale a livello fisico, ma ai miei occhi non appare la forzatura dei movimenti, ma la dolcezza e leggerezza del corpo. L’orecchio si concentra sull’orchestra, e questo mi piace perché apprezzo maggiormente la musica strumentale rispetto a quella vocale".
Qual è il ruolo della scuola nell’avvicinare i giovani alla cultura?
Matilde Tani: "La scuola ha un ruolo fondamentale nell’educazione dell’alunno; se non fa nulla per avvicinare lo studente a un certo tipo di cultura, che non riguarda esclusivamente le materie del proprio istituto, lo studente per una serie di motivi che possono essere sia scolastici che sociali, è difficile che si avvicini ad argomenti del genere, che sono visti ormai come vecchi e passati. Studiando storia della musica ho realizzato che come qualunque materia umanistica, la musica e il teatro andavano di pari passo con quella che era la società del momento, era un argomento che non era mai stabile, ma anzi in continuo mutamento".
Il teatro è anche un importante mezzo per gestire, talvolta, ansie e paure; che cosa ne pensi, soprattutto dopo l’esperienza della pandemia?
Alessia Boggi: "C’è un motivo se il teatro viene utilizzato come forma di terapia. Infatti nel momento in cui una persona si trova sul palco a recitare, ballare o suonare, riesce ad uscire dalle sue preoccupazioni e paure, dedicandosi pienamente al ruolo che deve interpretare. È un luogo di incontro e di scambio, e questo abbiamo capito che è fondamentale".
Giacomo Puccini: hai visto una sua opera, ne hai parlato in famiglia e a scuola?
Matilde Tani: "Fino ad oggi ho visto solo un’opera di Puccini, “Madama Butterfly“, che mi ha colpito sia per le bellissime scenografie e costumi esotici e particolari, e soprattutto per la passionalità delle musiche, che fortunatamente i cantanti riuscirono a esprimere altrettanto bene; sono cresciuta in una famiglia che mi ha fatto vivere con la musica, classica e non, e se mio padre spingeva di più sulla musica rock o jazz, mia madre per quanto apprezzasse molto anche lei quei generi musicali, mi ha sempre abituato all’ascolto di musica classica o di opere teatrali, inoltre è una grande appassionata di Puccini, quindi crescendo ho sempre saputo chi fosse e magari rammentavo addirittura qualche melodia che mia madre ascoltava".
Maurizio Guccione

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Come viene vissuto oggi dalle nuove generazioni? L’esperienza di Alessia Boggi e Matilde Tani del "Passaglia" che seguono il progetto "Guida all’ascolto" curato dalla professoressa Francesca Mascolo

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