Liste di attesa per entrare in classe

Antonio Mercuri (Flc Cgil) : “Gli studenti fuori zona rischiano il rifiuto, emergenza massima nei comprensivi“

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Il campanello d’allarme trova perfetta e surreale sintesi nelle liste di attesa che si stanno formando nelle scuole, soprattutto primarie e, in generale, negli istituti comprensivi, in vista del prossimo anno scolastico. “Siamo a questo punto – sottolinea Antonio Mercuri segretario Flc Cgil –: le liste di attesa degli studenti per andare a scuola. E le scuole che difficilmente, con questo regime di tagli, possono trovare risposte diverse rispetto a quella di rifiutare le richieste di iscrizioni degli studenti fuori zona. E’ uno stallo senza ritorno, un problema culturale che sta devastando il mondo scuola. Per questo siamo pronti a scendere in piazza, con un’adesione che si preannuncia ampia, per lo sciopero del 30 maggio“.

Sono 49 le classi non autorizzate in provincia, una trentina le cattedre che si perdono. “Nascono le pluriclassi, seconde e terze insieme, ad esempio, con situazioni limite al Liceo Maiorana che rischia di avere una classe di 31 alunni, una classe con 29 bambini e 2 disabili al comprensivo Lucca 3 di Sant’Anna, solo per fare alcuni esempi. E una scuola che - spiega Mercuri - sempre più è costretta a virare verso il precariato. Purtroppo infatti se riusciremo a spuntare un contingente più ampio di insegnanti sarà ancora in questa ottica, con il problema che si ripropone ogni anno e la scuola che non trova mai terra ferma e continuità, esattamente ciò di cui, al contrario, ha bisogno“. Il mondo politico e istituzionale si sta mobilitando ma i margini per eventuali correttivi in corsa, entro settembre, sono davvero risicati. “Nei prossimi anni si parla di tagli, a livello nazionale, di altri 11mila insegnanti. E si aggiungono persino ripercussioni sui contratti, sul versante della formazione che verrà riconosciuto solo a una quota del 40% del personale“.

Anche il reclutamento a monte, oltre che la via di imbocco verso le cattedre, si fa più arduo. “In base al Decreto ministeriale 36 ci vorranno otto anni prima di pensare di entrare a ruolo nella scuola. Prima la laurea – spiega il referente Cgil per la scuola – poi 60 crediti che equivalgono a un anno di università, poi il concorso e poi un anno da precario per poter poi ambire alla valutazione e quindi all’eventuale posto di ruolo. Sarà sempre più difficile trovare persone disposte a un calvario simile per uno stipendio di 1.200-1.300 euro. Una situazione tutta in salita per la scuola pubblica. Non per quelle private che, anzi, stanno registrando un boom di iscrizioni“.

Laura Sartini