La Procura apre un’inchiesta. Disposta l’autopsia su Rumsas / FOTO

Si cerca di chiarire le cause del misterioso decesso del ciclista 21enne

Linas Rumsas aveva 21 anni. Dalla sua morte è partita l'indagine sul doping

Linas Rumsas aveva 21 anni. Dalla sua morte è partita l'indagine sul doping

Lucca, 4 maggio 2017 -   LA PROCURA ha aperto un’inchiesta sulla tragica fine di Linas Rumsas, il ciclista 21enne della «Altopack Eppela» trovato morto martedì mattina dal fratello nella sua abitazione in via dell’Ave Maria a Lunata. Il magistrato Salvatore Giannino ha aperto un fascicolo di atti relativi al decesso, senza indagati, affidando alla Squadra mobile della questura una serie di accertamenti. Il pm ha anche disposto l’autopsia sulla salma conservata all’obitorio Campo di Marte: sarà incaricato un medico legale non lucchese, che la eseguirà non prima di venerdì. Nel frattempo sono stati acquisiti i certificati medici dell’ospedale «San Luca».

E’ possibile che un medico del pronto soccorso venga iscritto nel registro degli indagati, come atto dovuto proprio in vista dell’autopsia. L’INCHIESTA punta a chiarire il «giallo» della morte di questo ragazzo, un atleta serio e promettente, che non aveva mai dato segno di avere problemi di salute. Questo fino a domenica scorsa, quando dopo la terza gara ciclistica consecutiva disputata in tre giorni Linas aveva detto di sentirsi male. Lunedì non aveva preso parte alla quarta gara a Terranuova Bracciolini, concedendosi un giorno di riposo. Quella mattina era però svenuto per qualche istante a casa della fidanzata ed era stato subito accompagnato in ospedale. L’inchiesta del pm Giannino punta anche a chiarire se vi siano state negligenze al «San Luca»: una priorità anche dell’Asl, che aveva già ipotizzato un riscontro diagnostico. Il giovane lunedì mattina aveva lamentato difficoltà respiratorie, ma una volta al pronto soccorso i sintomi erano già attenuati.

Tracciato cardiaco, pressione e valori del sangue sarebbero stati nella norma. Poco dopo era stato rimandato a casa, ma il mattino successivo, martedì dopo colazione, il fratello Raimondas l’aveva trovato a terra esanime. Inutile la corsa in ambulanza in ospedale. IN ATTESA dell’autopsia, i funerali non sono stati ancora fissati. Potrebbero tenersi nella giornata di sabato a Marlia. I familiari sono distrutti, devastati da una tragedia che li ha lasciati attoniti. Sgomenti anche gli amici della squadra ciclistica dei dilettanti elite «Altopack Eppela». Nessuno sa darsi una spiegazione per questa tragedia che ha portato via Linas, un ragazzo generoso e amico di tutti. C’è anche amarezza e rabbia per l’immediato accostamento diretto fatto da alcuni con le vicende di doping, risalenti a quasi 15 anni fa, che videro protagonisti al Tour de France il padre Raimondas e la madre Edita. «SIAMO rimasti amareggiati – commenta Luca Franceschi, dirigente della società ciclistica – perché non si può gettare fango così gratuitamente su un meraviglioso ragazzo di 21 anni appena morto. Io ho negli occhi lo strazio dei genitori, di questa famiglia che ha altri tre figli, tutti in lacrime. Linas era un atleta serio, correva da 10 anni ed era controllato, con certificati di idoneità agonistica. C’è chi parla di un aneurisma, non so. Di sicuro è un lutto che ci tocca tutti nel profondo».

 

Linas Rumsas
Linas Rumsas