L’ex giudice Bufo patteggia quattro anni

Era stato arrestato nel gennaio 2018 per corruzione in atti giudiziari e falso nelle aste fallimentari “pilotate“ al tribunale di Pisa

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Quattro anni e due mesi di reclusione. Questa la pena patteggiata ieri dall’ex giudice Roberto Bufo, 60 anni, assistito dall’avvocato Alessandro Civitillo, comparso di fronte al gup di Genova nell’ambito dell’inchiesta su presunte aste fallimentari pilotate e corruzione a Massa, Pisa e Lucca, balzata agli onori della cronaca il 9 gennaio 2018 con il suo clamoroso arresto.

Il giudice Bufo (per alcuni anni giudice civile anche al tribunale di Lucca) aveva conferito a una delegata alle vendite giudiziarie, incarichi di curatela delle eredità giacenti e di amministrazione di sostegno in modo da aggiudicarsi, tramite prestanome, immobili e terreni venduti all’asta nella provincia di Massa Carrara. Il magistrato, poi sospeso dal Csm, aveva anche favorito anche l’appropriazione di somme di denaro che avrebbero dovuto essere restituite all’erario. Vicende che ruotavano attorno all’Istituto vendite giudiziarie di Pisa.

Una vicenda che destò grande scalpore e amarezza anche a Lucca, dove il dottor Bufo aveva svolto la funzione di giudice alla sezione civile pochi anni prima.

Poco dopo il suo arresto, venne sospeso dalle funzioni e dallo stipendio e collocato fuori dal ruolo organico della magistratura. secondo quanto deciso dalla sezione disciplinare del Consiglio Superiore della Magistratura. Il giudice, all’epoca in servizio al tribunale di Pisa, era accustao di corruzione in atti giudiziari, turbata libertà degli incanti, peculato, falso in atto pubblico e turbativa d’asta.

L’inchiesta partita dalla procura di Massa era stata successivamente trasferita a quella di Genova, visto il coinvolgimento di un magistrato. Oltre alla sospensione cautelare obbligatoria in sede disciplinare, essendo Bufo sottoposto nel gennaio 2018 a misura cautelare, il Consiglio superiore della magistratura aveva disposto anche la “sospensione facoltativa richiesta dal ministro“, visto “il significativo livello di consistenza probatoria“ nella commissione “di reati gravi e il ruolo centrale svolto da Bufo nella loro ideazione, programmazione e attuazione", cosi’ come richiamato nella “motivazione del provvedimento restrittivo“.

Davanti al gup di Genova ha patteggiato anche Giovanni Avino, all’epoca dei fatti legale rappresentante dell’Istituto vendite giudiziarie di Pisa, Roberto Ferrandi e la figlia Francesca, commercialista lui, avvocato lei. A giudizio altri due imputati, il giudice di pace in pensione, avvocato del foro di Pisa, Oberto Cecchetti e l’architetto Luca Paglianti di Pontedera.

P.Pac.