Lenny Kravitz infiamma il Summer Festival: 9mila fan tutti per lui / FOTO

Pubblico in delirio per la performance dell’artista preceduto da Gary Clark jr

Lenny Kravitz al Summer (foto Paolo Pacini)

Lenny Kravitz al Summer (foto Paolo Pacini)

Lucca, 19 luglio 2018 - Due show «gemelli» in due giorni, al Summer Festival, con oltre 9mila spettatori ciascuno: solo 24 ore dopo l’emozionante Nick Cave, ieri sera cambio secco di scenario, con Lenny Kravitz, reduce da due trionfali date all’Arena di Verona, a salire sul palco di piazza Napoleone per trascinare i fan nel viaggio in una carriera fatta di grandi successi e grandi numeri. In forma smagliante, Kravitz ha messo in scena il suo «greatest hits» di trent’anni di commistione tra musica nera, rock e dance che ha fatto la sua fortuna.

Prima di lui, però, la performance tiratissima di Gary Clark jr, che ha confermato le sue ottime doti di chitarrista e cantante di rock-blues che negli Usa gli valgono una giusta popolarità. Una folla in delirio, con fortissima presenza femminile, ha accolto Lenny sulle note di «Fly away», seguita da tutti i titoli più amati, da «Believe» a «I belong to you», da «Let love rule» a «Are you gonna go my way?», più l’ultimo singolo «It’s enough», che paga tributo ai leggendari Temptations e due cover, «American woman» dei The Guess Who, da anni nel suo repertorio e un accenno a «Get up, stand up» di Bob Marley.

Il popolo di Kravitz (che nel pomeriggio ha postato su Instagram uno scatto in cortile Carrara con Gary Clark Jr) vive intensamente lo spettacolo, partecipando con cori, braccia al cielo, urla, ballo, lacrime, sudore (quello tanto, visto il clima). La lunga attesa, con piccoli gruppi di fan accampati nei pressi dei varchi «pit» dell’area concerto, poi la lunga fila all’ingresso e, finalmente, le emozioni forti, infine il ritorno a casa, stanchi e felici. Il Summer, invece, ripartirà domani sera (inizio ore 20.45) con due grandi protagonisti della scena cantautorale americana fin dagli anni ’60/’70, Bonnie Raitt e James Taylor, due «vecchi amici» del festival.

Paolo Ceragioli