Tra gli amici che hanno conosciuto molto da vicino Cesare Viviani c’è Piero Andreucci, componente dell’associazione "Amici di Cesare" in seno alla commissione culturale di Monte San Quirico ed ex consigliere comunale. Proprio ai tempi in cui sedeva nell’assise di Palazzo Santini ci fu l’impegno suop e di altri per intitolare una strada – cosa che poi effettivamente fu fatta – a Cesare Viviani, che si trova a Monte San Quirico e che conduce a via Parco della Rimembranza. Andreucci, quando nacque il vostro gruppo "Amici di Cesare"? "Nel primo decennale della morte di Viviani e fa parte della commissione culturale della parrocchia di Monte San Quirico. E’ nata per valorizzare il suo nome come poeta vernacolare. Abbiamo messo in piedi molte iniziative nel tempo tra cui ricordo l’impegno per l’intitolazione di una strada a Cesare Viviani". Quando ha conosciuto Cesare Viviani? "Lui aveva due anni più di me e ci si conosceva benissimo. C’è una fotografia che ci ritrae al tempo in cui avevamo circa 10 o 12 anni. Eravamo nell’Azione Cattolica al Seminario Arcivescovile per i campi estivi. Quel gruppo, o almeno parte di quel gruppo, è composto da persone che fanno parte della commissione culturale di Monte San Quirico". Qualche aneddoto? "Faceva parte del coro mentre negli anni Cinquanta con l’avvento della televisione veniva trasmesso il programma “Lascia o raddoppia“. Ebbene, lui mise in piedi una cosa simile in parrocchia. Con il coro poi giravamo mezza Italia e ogni volta che tornavamo lui scriveva una poesia che veniva pubblicata sul nostro giornalino. Mi rammarico davvero che sia morto così presto...". Qual era il carattere di Cesare Viviani con voi amici? "Era dolcissimo. Pensi che la vigilia di Pasqua c’è sempre una lettura in chiesa e tutte le volte che la ascolto... (qui Andreucci si commuove, ndr)... mi emoziono pensando a lui". Cosa vorrebbe fosse realizzato in ricordo di Cesare Viviani? "Che anche nelle nuove generazioni sia ricordato il vernacolo e che non si perda questa tradizione". Cristiano Consorti