Il lago di Vagli e la storia del paese sommerso / VIDEO

Nelle bellissime immagini dell'Istituto Luce la documentazione prima dell'esodo, poi del primo svuotamento del bacino. Correvano gli anni 1947 e 1951

Fabbriche di Careggine sta per essere sommerso

Fabbriche di Careggine sta per essere sommerso

Lucca, 5 gennaio 2016 - "Fabbriche di Careggine, 3 luglio 1947. Gli abitanti lasciano il paese, le loro case, i loro ricordi. Fra poco il paese sarà sommerso dalle acque della diga. Guardatelo bene questo paese: non lo vedrete mai più. Tragica sempre l'immagine di un esodo ma per una volta esodo non vuol dire disastro". Comincia quasi 70 anni fa la storia del 'mistero' più amato d'Italia, la storia di un paese inghiottito dall'acqua e ormai sopito che tutti aspettano di veder riemergere al prossimo svuotamento. Svuotamento che, però, come ribadito più volte da Enel, smentendo la promessa del sindaco di Vagli Mario Puglia, non avverrà. Almeno non nel 2016. Ma ripercorrere all'indietro una storia che ha da tempo il sapore della leggenda, è quanto di più affascinante ci si possa concedere. Quando il paese venne sommerso contava 31 case, popolate da 146 abitanti, un cimitero, un ponte a tre arcate e la chiesa romanica di San Teodoro, risalente al 1590.

"La diga di Vagli - si sente nel video dell'Istituto Luce - incombe sul paesello con i suoi 60 metri di altezza. Un colpo di leva basterà a modificare la geografia della regione. Tra qualche centinaio d'anni gli uomini si racconteranno la leggenda di questa piccola Atlantide sommersa". E poi siamo al 13 agosto 1951, tempo del primo svuotamento, come documentato ancora dall'Istituto Luce: "Vegliato dal monte Sumbra e dall'Appennino toscano il lago di Vagli non esisteva in natura. Ma com'è nato può scomparire: al ritrarsi le acque raccontano una storia di ieri che pare già leggenda. E certo chi lo ha vissuto, faticherà oggi a riconoscere la propria casa".

Fondato da fabbri ferrai bresciani nel XIII secolo, il paese di Fabbriche di Careggine fu conquistato dagli Estensi, divenendo all'epoca importante crocevia: da qui infatti, attraverso la via Vandelli, era possibile raggiungere Modena e Massa. La storia della ridente cittadina fu sempre particolarmente felice, sino a una decadenza che si arrestò all'inizio del Novecento. Ad incidere sulla ripresa, allora, fu la lavorazione del marmo, di cui le vicinanze erano ricche. Poi nel '47 la costruzione della diga. Ipotizzare quali siano le condizioni oggi del paese sommerso rispetto all'ultima volta in cui fu svuotato il bacino (e si parla del 1994) non è cosa semplice, anche se molti esperti assicurano che le condizioni di conservazione possano essere rimaste pressoché simili a confronto con quelle di 20 anni fa.