La voce del successo: dalla pizzeria al cinema

Emanuele Durante oggi è un doppiatore affermato. Ma la mamma ricorda i sacrifici: "Quando è arrivato a Roma dormiva in un camper..."

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La famiglia è di Badia Pozzeveri, frazione di Altopascio. Il protagonista di questa storia lavorava in pizzeria, nel tempo libero giocava a tennis con Alessandro Pardocchi, (il fratello Pierluigi ha gestito per decenni con la madre Myra lo storico negozio di dischi in corso Cavour), ed era un ragazzo come tanti, con le sue passioni. Nel 2016 la svolta. Partenza per Roma. Adesso è uno dei più apprezzati doppiatori professionisti italiani.

Emanuele Durante, 34 anni, sta coronando il suo sogno: lavorare con quello che è sempre stato il suo idolo da bambino, Sylvester Stallone. Infatti sta doppiando un personaggio della serie "Tulsa King", sulla piattaforma Paramount Plus. La sua carriera è cominciata sei anni fa, ma è già ricchissima di esperienze. Sì, perché ha fatto teatro, ha vinto contest musicali, dimostrando di essere eclettico e poliedrico, tanto è vero che ha dovuto imparare pure a ballare quando ha partecipato in video allo spot Tiscali.

E’ stato allievo dell’ Accademia del Doppiaggio di Christian Iansante e Roberto Pedicini, con gli insegnanti Franco Mannella, Alessandro Prete, Guido Di Faccio, Francesco Cavuoto. Da lì la svolta. Al provino decisivo Iansante gli disse: "si sente il toscano, ma sei troppo strano. Devo assolutamente prenderti".

Il vichingo, come lo chiamano, per via della sua corporatura e fisionomia, ha lavorato in "Il ragazzino con i denti da squalo", regia di Valerio Cilio e Gianluca Leoncini, "I Viaggiatori" regia di Ludovico Di Martino, "Don Matteo 13". Hha doppiato Nicolas Bro in "Paziente 64 - Il giallo dell’isola dimenticata", Cooper Andrews in "Shazam!", Miles Jupp in "1918 - I giorni del coraggio", Danny Kirrane in "Peterloo", Carl Spencer in "Rocketman", Shane Wellington in "L’assedio di Silverton", Patrick Cox in "Aquaman", ma ha dato la voce anche a personaggi di celebri pellicole animate come "Dumbo" e "Mulan".

Tutto è nato con un amico che lo sentì fare imitazioni in vari dialetti. "Non è stato facile quando è partito – racconta la madre, Fulvia Tocchini, – abitava in un camper e si era comparato un vecchio motorino per girare per la capitale. Ha fatto tanti provini, lavorando anche a Roma in una pizzeria per mantenersi. Tenacia e determinazione le armi vincenti, oltre al suo talento e al suo studio. I dubbi ti prendono sempre, ma lui non ha mollato e ha fatto bene. Ora si è comprato casa, ha un lavoro che lo gratifica, ritorna ad Altopascio ogni tre-quattro mesi, da mamma lo vorrei vedere più spesso, ma capisco i suoi impegni".

Massimo Stefanini