“La seduta. In trepida attesa“ Ecco un nuovo sonetto di Alessandro Meschi

Un altro sonetto di Alessandro Meschi

LA SEDUTA. IN TREPIDA ATTESA

Dovrebbe esse ‘na liberazione,

per po’sentissi bene e più leggeri,

ma pol’esse sudore e dannazione,

che ti po’ fa’ncazza’, siamo sinceri.

Io mi ci porto sempre anche ‘l giornale,

e la mi’ prima prova è di mattina.

E pigio pigio , fin’a fammi male,

perché ‘un ne vo’ sape’ di suppostina;

ma ‘un esce nulla, nenche ‘na testina,

un tappo, per tirà giù lo sciacquone.

Invece nisba, eppure è lì vicina,

me lo sta’ddi’’l fragrante bombardone.

E alla’ mi alzo, colla speranzina

di ritornacci per il faraone,

che vando sorte a volte mi rovina.