«La ragazza non può entrare al liceo». E i genitori chiamano i carabinieri

Il retroscena: il padre aveva avuto un pesante diverbio con un prof

Studenti in una foto d'archivio

Studenti in una foto d'archivio

Lucca, 21 settembre 2018 - I carabinieri sull’uscio di scuola al polo Machiavelli. Succede anche questo nell’anno scolastico più surreale della storia della città: una studentessa regolarmente iscritta entro i termini, contributi e tasse versati, si è vista rifiutare dalla scuola. Sono tre giorni che tenterebbe di ritornare al suo banco, invano. Il racconto è quello della famiglia (abbiamo tentato di avere la versione della dirigenza dell’istituto, senza riuscirvi) che ora si dice pronta a denunciare il fatto  in tutte le sedi. L’antefatto è quello che aveva riportato in esclusiva il nostro giornale l’anno scorso

Il babbo della studentessa aveva perso le staffe con un professore, aggredendolo verbalmente, perchè riteneva del tutto ingiustificata la bocciatura della figlia all’esame di riparazione di settembre. La ragazza era stata rimandata a due materie e poi bocciata. La scuola aveva denunciato il genitore. Il clima non era certo ottimale per riprendere il percorso dove lasciato e così, anche per recuperare l’anno altrimenti perso, la giovane nell’ultimo anno aveva frequentato una scuola privata. «E’ una ragazza sensibile ma determinata, quella scuola le piace e ha tante amiche. Per questo aveva deciso di ritornare nella classe con loro, all’interno del polo Machiavelli – ci riporta un familiare - . Abbiamo fatto l’iscrizione e tutto andava bene. Ma poi preside e vicepreside si sono messi di traverso e per questo ieri abbiamo chiamato il 112. A loro la preside ha detto che non poteva accettare l’iscrizione per problemi amministrativi, e del cambio di sede. Ma quali problemi amministrativi impediscono a una scuola di accettare un’iscrizione regolarmente avvenuta e inducono ad allontanare una studentessa?».

Resta il fatto che la studentessa fa dietrofront e  torna a casa. «In realtà le viene comunicato che i dirigenti della scuola vogliono una lettera di scuse del padre per il vecchio episodio su cui pende ancora la denuncia della scuola – spiega la famiglia -. Non ci capacitiamo della richiesta: ai carabinieri la preside dice che c’è un problema amministrativo, a noi parlano di una lettera di scuse, immotivata visto che c’è una denuncia che farà il suo corso: davanti al giudice diremo volentieri tutto quello che c’è da dire su questa storia. Ma da subito siamo intenzionati a far valere il naturale diritto di uno studente - che non c’entra nulla con quello che può essere stato uno scatto d’ira del padre - a frequentare la scuola».