Più 2 per cento: ecco il dato sulla crescita della produzione industriale in provincia di Lucca nel 2022, numeri superiori al valore nazionale che si è fermato all’1,3%. I numeri, raccolti dal Centro studi di Confindustria Toscana Nord, sono stati presentati ieri durante una conferenza stampa a cui hanno preso parte il presidente Daniele Matteini, insieme al direttore Marcello Gozzi, a Enrico Mongatti del Centro studi e a Tiziano Pieretti, vicepresidente di Confindustria Toscana Nord, Giorgio Bartoli del consiglio di presidenza, Giovanni Gambini, del consiglio generale e Oliviero Del Debbio, vicepresidente Ance Toscana Nord. Se il 2022 è stato un anno difficile, caratterizzato da spinte contrapposte ma nel quale l’economia lucchese ha dato ancora una volta la riprova della sua solidità, per Confindustria il 2023 dovrà essere l’anno per costruire le basi del rilancio. La fiducia, nonostante le difficoltà, non manca. "L’industria di Lucca, Pistoia e Prato – ha dichiarato Matteini – ha dimostrato ancora una volta tutta la sua capacità di lavorare bene ed efficacemente. Come è accaduto durante e subito dopo le fasi più acute della pandemia, così nel 2022 segnato dalla guerra e dai gravi squilibri dei costi energetici, di materiali e servizi, tutti i soggetti impegnati in azienda, imprenditori, figure manageriali, lavoratori, hanno saputo gettare il cuore oltre gli ostacoli e interpretare al meglio i rispettivi ruoli. E’ stata ed è molto dura, comunque. L’ultimo scorcio del 2022 ha segnato almeno per alcuni settori un rallentamento, che sembra confermarsi anche per questi primi mesi del 2023". "L’inflazione è oggi forse il nemico numero uno, col suo potere di freno dei mercati; ma anche il capitolo gas ed energia elettrica non può certo dirsi chiuso solo perché siamo giunti a una relativa stabilizzazione, oltretutto, non va dimenticato, su livelli almeno tripli rispetto al punto di partenza. Men che meno possiamo sentirci tranquilli con una guerra in corso, tragica, destabilizzante e priva, ad oggi, di prospettive di risoluzione. Le prospettive, comunque, al netto di queste gravi incertezze, sono relativamente positive: se non prima, dopo l’estate dovremmo assistere a una ripresa consentita dal contenimento dell’inflazione". Per il numero uno di Confindustria, occorre che a livello di politiche industriali, energetiche, fiscali, creditizie, di utilizzo dei fondi PNRR, non si compiano sbagli, né per valutazioni errate né per omissioni. Senza dimenticare la "croce" delle infrastrutture. "Non si vedono opere importanti da decenni – ha aggiunto – l’unica eccezione pare essere il raddoppio ferroviario e in questi anni la politica non è riuscita a garantire sviluppi: serve essere un interlocutore affidabile". Quello dell’intervento pubblico è un tema affrontato anche da Del Debbio, a nome dei costruttori. "C’è stata una ripresa – ha spiegato – grazie ai lavori privati legati al bonus. Un’ottima occasione può arrivare dalle case green, ma ci vuole programmazione e non si può addossare tutto ai privati. Ci sono tanti lavori pubblici con il PNRR ma i tempi sono strettissimi per snellire il codice degli appalti". Fabrizio Vincenti