La mitica 'Canniccia' venduta dopo 45 anni

Il patron Galeotti l’ha ceduta a un imprenditore pistoiese. Il locale è dismesso dal 2010: il nuovo progetto all’architetto Tiziano Lera

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di Daniele Masseglia

Quarantacinque anni di storia non sono noccioline, specie se ti chiami “Canniccia“ e cambi proprietario riscrivendo una nuova pagina di storia. Del mitico locale a ridosso del casello Versilia s’è scritto di tutto, ad esempio che fu la prima biodiscoteca della Versilia e tra le prime in Italia. Questo grazie alla sinergia tra l’imprenditore Giuseppe Galeotti, che comprò quei terreni nel ’74-’75 per farci inizialmente un vivaio di piante, e l’architetto Tiziano Lera, che progettò una delle discoteche più di tendenza, con l’apertura ufficiale datata dicembre 1981. Poi dieci anni fa la chiusura definitiva, un lungo silenzio, le voci di progetti alternativi. Poche settimane fa la svolta, con Galeotti che ha venduto quei terreni, pari a tre ettari e mezzo, alla società di un noto imprenditore pistoiese, da tanto tempo innamorato di Pietrasanta e dintorni. La domanda è inevitabile: che ne sarà di quella vasta area, strategica dal punto di vista viario? Le bocche dei diretti interessati non sono cucite, ma sigillate. L’unica voce che trapela con una certa insistenza è che il legame tra Lera e questo posto immerso nel verde prosegua con un nuovo progetto di cui l’architetto di fama internazionale sarebbe stato incaricato.

L’idea è di creare "un luogo magico in armonia con i tempi attuali", ma al di là di questa suggestiva introduzione di più non è dato sapere. Gli addetti ai lavori danno per scontate due cose: la tempistica del progetto, che calza a pennello essendo iniziato l’iter per il nuovo piano strutturale e operativo del Comune (il futuro regolamento urbanistico), e il miglioramento dell’accesso all’area grazie ai lavori in corso per potenziare e ampliare il raccordo al casello autostradale. La storia va avanti, insomma, ma senza l’input di Galeotti, nativo di Pontestrada, forse non sarebbe nemmeno iniziata. In quel punto c’era un enorme terreno, appartenente a un contadino, in parte espropriato per la realizzazione dell’autostrada. La porzione restante, di circa 35mila metri quadri, fu acquistata da Galeotti, all’epoca imprenditore agricolo. Ma l’idea di farci un vivaio ben presto tramontò e dall’incontro con Lera nacque la “Canniccia“, inaugurata a Natale 1981. Fu concepito un locale "fatto con la natura e le robe povere della Versilia", come dissero all’epoca Galeotti e Lera, ossia con le cannicce. Lera coinvolse anche Renato Zero, che voleva chiamarla “Cicala“. Da amante della terra e della natura, a Lera il nome piacque, ma in fin dei conti non rappresentava appieno la Versilia. Spazio allora alle cannicce, non naturali ma ricreate usando pannelli in gesso, con vernice ignifuga, fatti fare a Pietrasanta dagli artigiani. Il locale rimase in attività fino al 2010, quando per problemi di distanze Galeotti issò bandiera bianca dopo aver dato lavoro a una media di 30-35 persone in inverno e 50-60 in estate, più l’indotto e la sorveglianza. Ora, dopo due lustri, si volta pagina.