"La guerra spinge inflazione e recessione, a rischio la tenuta sociale"

È il quadro non incoraggiante illustrato dal focus dell’Ires sull’economia toscana, presentato nella sede della Cgil

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"Toscana, la ripresa si è fermata. La guerra spinge inflazione e recessione, la crisi di governo è un’ulteriore incognita": a sostenerlo è il focus dell’Ires sull’economia toscana presentato nella giornata di ieri e che evidenzia dati non incoraggianti anche per la provincia di Lucca. Il focus presentato presso la sede della Cgil Toscana, dal segretario generale del sindacato Dalida Angelini, del presidente del centro studi Gianfranco Francese e del ricercatore Roberto Errico, evidenzia un quadro in grado di far deflagrare la tenuta sociale ed economica dell’Italia e della Toscana. Il 2022, secondo lo studio, può già considerarsi un anno pesantemente segnato e compromesso rispetto alle aspettative di una ripresa post pandemia del ciclo economico avviatosi anche in Toscana nel 2021.

E non è tutto: se si realizzasse lo scenario più infausto legato ad una prosecuzione, nel medio lungo periodo, del conflitto in Ucraina ci troveremmo di fronte ad un ulteriore peggioramento dei suoi riflessi sui prezzi delle materie prime e sul grado di incertezza che già oggi condiziona i comportamenti al consumo delle famiglie e la propensione agli investimenti delle imprese. Quanto a Lucca, va registrato che l’occupazione nel 2021 ha segnato un +16,2 per cento a fronte di un -20,6 per cento del 2020. Un dato comunque inferiore a quello regionale che si attesta al 21,4 per cento. Se si guarda invece al biennio 2019-2021, a Lucca l’occupazione è rimasta sostanzialmente stabile, facendo registrare un +0.2 per cento contro una diminuzione su base regionale del 2,4 per cento.

A pagare il dazio maggiore, le categorie autonome che scontano nel periodo in questione un drammatico -7,7 per cento e l’occupazione femminile con un -3,3 per cento.I disoccupati, in questo arco temporale, sono aumentati del 59,4 per cento secondo i dati Ires. Numeri che hanno generato un aumento della cassa integrazione, poi calata nel 2021 a fronte di una ripresa occupazionale. A Lucca, i settori che hanno beneficiato maggiormente della cassa integrazione sono stati quelli della ristorazione, dell’alberghiero e del commercio al dettaglio e all’ingrosso. E le prospettive?

"Dopo aver sperimentato una contrazione di quasi il 6% del valore aggiunto nel 2020– si legge nel rapporto Ires – la Provincia di Lucca ritorna in territorio positivo, facendo segnare un +5,9% (contro il +6,8% della Regione Toscana). La ripresa è trainata dal massiccio incremento delle esportazioni (+400 milioni di euro nel 2021), con una previsione a due anni di ulteriore incremento dell’export sino alla cifra record di 4,5 miliardi nel 2023. Permane tuttavia a livello di crescita del reddito disponibile delle famiglie una forbice negativa rispetto al resto della Regione, pari a circa mezzo punto annuo. Nello specifico, la Provincia di Lucca registra nel 2021 una crescita di questo aggregato pari al 3,1%, contro il 3,6% fatto registrare dalla Regione Toscana nel suo complesso. Le prospettive al 2023 suggeriscono che tale percorso di crescita divergente permarrà sino a fine 2023".