La Finanza scopre un falsario della “Lego“

L’artigiano lucchese creava i giocattoli nel suo laboratorio “domestico“, per poi venderli a commercianti veneti e reggiani

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Realizzavano e vendevano giocattoli contraffati, a marchio Lego. Una vera e propria filiera che dalla Lucchesia arrivava a Reggio Emilia, e chissà dove altro ancora. Tutto è partito da Fogliano, in territorio reggiano appunto, dove le fiamme gialle, grazie alle indagini dei militari del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria, sono riusciti a individuare un negozio di giocattoli che esponeva in vetrina le cosiddette “minifigures” a marchio “LEGO”, ovvero delle piccole statuette raffiguranti vari personaggi dei film e cartoni. Quelle vendute dal negozio reggiano, però, non erano presenti nel catalogo della multinazionale, oltre a non riportare sulle confezioni l’apposito marchio di sicurezza “Ce“.

Il negozio in questione, il cui titolare è un soggetto di origine veronese, è solo uno dei quattro store di una società con sede legale nel Veneto, gli altri tre negozi sono dislocati sempre nella stessa regione. La Guardia di Finanza ha così proceduto a controllare la regolarità dei prodotti venduti, riscontrando sia l’assenza del marchio CE – in difetto, quindi, di un requisito fondamentale per la sicurezza del prodotto stesso, destinato perlopiù a bambini – che la messa in commercio di prodotti effettivamente contraffatti. In particolare, fra le “minifigures” maggiormente presenti in vetrina, c’erano quelle raffiguranti personaggi dello spettacolo di fama nazionale e internazionale (per citarne solo alcuni: i membri della band italiana Mäneskin, Vasco Rossi, Ligabue, Michael Jackson, Donald Trump), nonché di Carabinieri e Alpini.

Nel corso delle operazioni, tramite la documentazione fiscale relativa all’acquisto dei prodotti e le testimonianze raccolte, è stato possibile ricostruire l’intera filiera, arrivando a un fornitore della bergamasca e a un artigiano lucchese di 41 anni. Quest’ultimo in particolare, aveva il proprio laboratorio dentro casa, a Capannori, dove realizzava materialmente le statuine, con tanto di marchio Lego.

È stato possibile risalire a lui anche tramite il tracciamento dei pacchi nei quali spediva i suoi prodotti. L’artigiano, inoltre, che di lavoro fa il tassista, aveva anche un sito personale nel quale pubblicizzava le sue creazioni. La perquisizione ha portato alla luce un vero e proprio laboratorio dedicato all’attività illecita, con strumenti destinati alla creazione di stampiglie da applicare sui famosi mattoncini “LEGO”, con modalità seriali e in totale evasione d’imposta; sequestrati poi moduli per la stampa laser e semilavorati destinati alla cessione ai commercianti. Nel complesso sono state sequestrate amministrativamente, per violazioni al codice del Consumo, 900 “minifigures”, di cui 761 anche penalmente in quanto contraffatte. I tre soggetti coinvolti, tra cui il tassista artigiano lucchese, sono stati segnalati all’Autorità giudiziaria per contraffazione prodotti.