La Cavallerizza diventa il tempio dell’opera

Arriva il Puccini Chamber Opera Festival, sopralluogo del direttore artistico Deraco: "Qui ci sono potenzialità degne di New York e Berlino"

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Realizzare un’opera contemporanea nella ex Cavallerizza rappresenta una specie di scommessa della Cluster per sfruttare al meglio il suo potenziale performativo, portando l’opera al di fuori dei luoghi tradizionali. Incontriamo il Maestro Girolamo Deraco, direttore artistico del Puccini Chamber Opera Festival, dopo il controllo acustico dell’ambiente.

"Per prima cosa ho sbirciato dai vetri – ci ha riposto Deraco – e subito ho colto la potenzialità dell’ambiente adatto in maniera egregia per l’opera del presente".

La Cavallerizza è un ambiente molto grande.

"Esatto, ed è proprio l’enorme spazio vuoto che ci permette di creare spettacoli modulari da sfruttare in maniera creativa. È la stessa cosa che ho visto sia a New York che a Berlino".

Si spieghi meglio.

"Il grande spazio permetterà di creare vari set di scene operistiche dato che non siamo di fronte a un palcoscenico tradizionale. In questo caso, visto il grande ambiente a disposizione e la sua particolare acustica, ho deciso di utilizzare un terzo dello spazio dividendolo con uno schermo e alcune “quinte”. Il pubblico per arrivare alla performance dovrà così attraversare un affascinante spazio vuoto sul quale già nascono idee per un prossimo futuro".

Un’operazione di “lifting musicale“.

"Per questo devo ringraziare non solo Maria Elena Romanazzi, ma le maestranze del Teatro del Giglio che mi hanno supportato in questa operazione. Ho constatato ancora una volta la grande professionalità e preparazione di questi tecnici che tutta l’Italia ci invidia. A loro va la mia riconoscenza per essersi adattati magnificamente alle mie richieste, trovando soluzioni di allestimento inusuali".

Il Festival sembra progredire sempre di più.

"Aggiungo: in sintonia con gli scopi della Cluster che dedica la sua attività da oltre dieci anni alla musica del presente. Non dimentichiamo, ribadisce Deraco, che in questo Festival ci sono la bellezza di dodici opere eseguite in prima mondiale. Ciascuna con la propria originalità legata al vissuto del compositore che ha scritto l’opera".

Compositori italiani e stranieri?

"Questo è dovuto al fatto che al Corso sull’opera lirica che organizziamo in estate da cinque anni partecipano, con il loro progetto lirico, compositori provenienti da tutto il mondo. In questa maniera tutti beneficiamo di un arricchimento culturale grandioso dato che ci confrontiamo con generi musicali diversi e nuovi punti di vista. Un confronto e uno scambio di idee tra le nuove generazioni di compositori che fa bene alla musica".

Francesco Cipriano