Itc Carrara, lo sfogo di Lazzari: "La nostra scuola la più sicura"

Il dirigente si difende dalle accuse e passa al contrattacco. Nel mirino i politici: "Cercate di capire la legge prima di creare allarmi. L'ignoranza al potere non è accettabile!"

Il dirigente scolastico Lazzari

Il dirigente scolastico Lazzari

Lucca, 16 settembre 2018 - La sede dell’Istituto Carrara è una delle più sicure sedi scolastiche della provincia di Lucca ed anche per questo motivo è stata individuata per rispondere all’emergenza della sede Paladini-Civitali. Non riuscendo nel brevissimo tempo estivo a predisporre altri edifici con le dovute garanzie di sicurezza, la Provincia ha scelto quella scuola che aveva una situazione logistica favorevole (la posizione sulla circonvallazione di Lucca ben servita dai mezzi pubblici) e standard di sicurezza ritenuti già adeguati a sopportare carichi maggiori di studenti. Ciò non sarebbe stato possibile in altre scuole, dove sono ai limiti – non so se anche superati – dei vincoli prescritti per la sicurezza. Eppure è la nostra scuola che viene descritta come non sicura!

Questa istituzione scolastica ha sempre messo in evidenza le criticità, che ordinariamente avvengono in ogni scuola. Se abbiamo avuto ed abbiamo dei cantieri adiacenti al corpo centrale della scuola, non è perché questa scuola è fatiscente, ma perché noi e la Provincia di Lucca abbiamo fatto negli anni una programmazione a lungo termine prima che si determinassero condizioni di pericoloso degrado strutturale. Perché altre scuole non hanno fatto questa programmazione? Non posso accettare che chi, come noi, “solleva i problemi” venga additato farisaicamente come qualcuno che “ha dei problemi” o che difetta di coerenza perché non fa chiudere la scuola nel momento stesso in cui individua delle criticità.

Certo, non siamo soddisfatti di come la Provincia è intervenuta subito; ancora oggi non abbiamo tutte le aule che volevamo, con il risultato che ci viene imposto dall’esterno di modificare la nostra didattica e di chiudere in uno sgabuzzino il nostro patrimonio museale, mentre altre scuole si fanno vanto delle loro dotazioni, magari poste accanto ad aule non pienamente idonee.

Tengo a precisare che non si tratta di mancanza di solidarietà. Ospitiamo gli studenti ed i colleghi del Civitali con comprensione verso quello che stanno passando. Non è un problema di aule nuove o vecchie: il nostro istituto si trova a dover allocare 23 classi in 18 aule costringendoci a dismettere alcuni locali museali, di servizio tecnico e di laboratorio, oltre che ad attivare una rotazione delle classi in più aule. Si “può fare” una tale rotazione? Forse sì e ci stiamo lavorando perché ad ogni ora non vi sia una continua transumanza di studenti come vediamo in altre scuole che si dicono molto efficienti … ma la questione è se si “deve fare” costretti da esigenze esterne! Vogliamo sperare che questo nostro sacrificio sia contenuto nei tempi più brevi possibili e che la Provincia possa – e con cognizione di causa pensiamo che davvero possa – trovare altri spazi per darci quel minimo di aule aggiuntive con cui affrontare meglio l’anno scolastico avviato, una volta raggiunto il primo traguardo di dare un tetto agli studenti del Civitali/Paladini ed insieme di riqualificare alcune parti della nostra sede, per il quale riconosciamo il forte impegno dei tecnici e delle maestranze della Provincia.

Riguardo le certificazioni vi sono errori di fondo e di interpretazione. Tutti gli anni i dirigenti scolastici chiedono agli Enti Locali le certificazioni antincendio, di staticità, di applicazione di criteri antisismici, di idoneità degli impianti, non perché ogni anno debbano essere prodotte ex novo. La legislazione attuale impone la presenza di tali certificazioni al momento della consegna di locali nuovi o strutturalmente modificati con aggiunte sulle dotazioni esistenti. In mancanza di queste aggiunte continua a valere il certificato già presente, anche se di molti anni addietro. Perché allora noi dirigenti li chiediamo comunque? Perché ogni anno vi sono interventi degli Enti Locali per i quali non siamo noi i Direttori dei lavori, anzi spesso non abbiamo nemmeno i progetti dettagliati di questi interventi. Ecco che allora le richieste di conformità e di certificazione forniscono formalmente alle scuole le indicazioni per essere sicuri che non siano state fatte variazioni strutturali e per poter disporre nel modo migliore le varie attività.

I legislatori, di tutti i colori politici, finora sono stati concordi nel non dare agli Enti Locali l’onere di provvedere ogni anno ad esperire costose perizie; sapete cosa invece hanno fatto? Hanno dato la responsabilità (vedi D.lgsl. 81/2008, ex 626 …) ai Dirigenti Scolastici ed ai Responsabili della Sicurezza, della Prevenzione e della Protezione di farsi carico civilmente e penalmente di disporre gli ambienti e le attività scolastiche attraverso una serie di procedure a cui attenersi scrupolosamente, anche in difetto dell’ultima versione di qualche certificato. Questo è un nostro precipuo compito, che comporta una responsabilità enorme, di gran lunga superiore ai nostri stipendi che sono poco più di un docente a fine carriera e non come altri dirigenti della pubblica amministrazione di cui condividiamo solo il titolo di “Dirigente”.

Siamo noi, con le nostre circolari e i documenti inerenti le procedure di sicurezza, che sopperiamo alle difficoltà degli Enti Locali di riuscire a gestire tutte le particolarità scolastiche, nell’ottica di quella che si chiama “sussidiarietà” e che è un principio della Pubblica Amministrazione. Abbiamo comunque ricevuto il 15 settembre la risposta della Provincia ai nostri solleciti ed alle richieste di certificazione, in cui – da tecnici che conoscono la complessità della normativa e non da improvvisati esperti della sicurezza scolastica – viene dichiarato che il Blocco B (quello Centrale del Carrara) “non è stato interessato da lavori di ristrutturazione a livello strutturale” e  che per il tipo di lavori intervenuti non vi è nel Blocco A (quello occupato dal Civitali) “necessità di confermare la sussistenza dei requisiti per le aule interessate dall’intervento  per le cui lavorazioni sono state rinnovate le precedenti certificazioni collegate all’agibilità originaria del fabbricato nel suo complesso”. Il Blocco D (la parte bassa del Carrara che si affaccia su viale Marconi con l’atrio e diversi laboratori) “anch’esso non interessato da lavori a livello strutturale, è stato oggetto di un intervento di messa in sicurezza dei soffitti che presentavano fenomeni di sfondellamento che ha consentito di recuperare la piena funzionalità di tutti gli spazi destinati a laboratori”.

Inoltre viene affermato che: “in relazione al rispetto della normativa antincendio, per l’intero plesso scolastico nella sua attuale e transitoria conformazione (in attesa della riapertura del Blocco C oggi dismesso), è stato presentato al Comando provinciale dei VVFF l’esame progetto contenente le verifiche necessarie a valutare la rispondenza dell’edificio al massimo affollamento stimato: è in corso di rilascio il parere. Ciò ha comportato di anticipare alcuni lavori per il completo adeguamento del complesso in questa fase transitoria, opere previste nel progetto sottoposto a parere e già verificate nel corso delle riunioni con i tecnici del Comando provinciale, la cui attuazione è in fase di completamento”…”L’impianto antincendio è stato oggetto di verifica di manutenzione per quanto riguarda il gruppo antincendio e le relative manichette ai piani: sono stati rilevati valori idonei per pressione e portata; è previsto nei prossimi giorni un intervento di manutenzione sul gruppo motopompa”.

Capite quindi perché non abbiamo nuove certificazioni: d’altra parte, come ho già detto, non è che noi presidi possiamo stare con le mani in mano ad aspettare nuove certificazioni per poter avviare la scuola, (l’interruzione di pubblico servizio è un reato …) ma dobbiamo comunque noi stessi verificare che non vi siano problemi ad esempio riguardo l’antincendio e la condivisione delle vie di fuga; già dai contatti sin qui intercorsi ed anche nei prossimi giorni sono previste verifiche in tal senso. Cautelativamente e considerando che ci mancano diversi supplenti annuali, ho disposto – insieme con il Civitali – che nei primi giorni di scuola si faccia un orario ridotto in due turni antimeridiani, così che i docenti a disposizione possano coprire tutte le ore e si riduca il numero di alunni contemporaneamente presenti, in modo che ci si trovi al di sotto di ogni preoccupante livello di rischio. Proprio perché il nostro impegno è continuo ed attento, non possiamo accettare che persone non qualificate esprimano giudizi sommari e che gli organi di comunicazione le amplifichino banalizzando e così falsificando le situazioni.

I ragazzi della Consulta degli Studenti, alcuni genitori, alcuni politici, si sentono in diritto/dovere di cavalcare la situazione erigendosi a paladini della sicurezza scolastica: bene, qualcuno mi fa anche simpatia, ma si studino meglio la materia prima di pontificare! Se vogliono cambiare l’Italia devono prima cambiare le leggi che tutti hanno prima o dopo hanno approvato e che hanno prodotto una giungla interpretativa in cui tutti hanno ragione e tutti torto, a danno dell’efficienza e dell’efficacia amministrativa. Date più ascolto e fiducia ai presidi che hanno sulle spalle l’onere di garantire la sicurezza, sempre che le vostre intenzioni non siano solo quelle di sfruttare le criticità altrui per qualche vostro interesse personale o di gruppo … Cercate di comprendere meglio la complessità delle leggi prima di procurare dei veri e propri allarmi: lo slogan “la fantasia al potere” è suggestivo ed apprezzabile, ma “l’ignoranza al potere” non è accettabile!