Influenza record, allarme bambini. Oltre 700 accessi al pronto soccorso

Pediatria, la dirigente: «Oltre 700 accessi in quattro giorni, occhio ai virus ‘combinati’»

In primo piano la dottoressa  Angelica Vaccaro

In primo piano la dottoressa Angelica Vaccaro

Lucca, 15 febbraio 2019 - Ricoveri al San Luca per l’influenza che in questi giorni sta decimando le presenze in classe e negli asili. «In effetti abbiamo avuto qualche caso più grave soprattutto tra i piccolissimi, sotto i due anni, e anche qualche neonato – ci dice la dottoressa Angela Vaccaro, responsabile della pediatria al San Luca –. Il primo sintomo è la febbre, che si presenta particolarmente alta rispetto agli altri anni. Non è difficile che ‘voli’ subito a 40 e che non riesca a scendere, se non per un’ora o due, neanche con un antipiretico. Può succedere che si presentino delle complicazioni a livello dell’apparato gastrointestinale, con vomito e diarrea, o a carico di quello respiratorio».

Ma c'è un particolare connubio che impensierisce i sanitari e che, in questi giorni, ha determinato diversi ricoveri. Quello dell’epidemia di stagione associata con il virus respiratorio sinciziale che può dar luogo a bronchioliti e polmoniti. «Il virus respiratorio sinciziale si manifesta soprattutto nel primo anno di vita del bambino. Abbiamo avuto anche neonati di appena 15-20 giorni ricoverati, casi che si sono risolti».

«Ma È chiaro – sottolinea la dirigente della pediatria – che le due cose sovrapposte, influenza più virus, determinano un’aggravante da attenzionare». E quando, chiediamo alla dottoressa Vaccaro, si può essere tranquilli che la malattia si può gestire da casa, con il medico di libera scelta? «Quando il bambino si idrata e non presenta complicazioni particolari, non ha difficoltà respiratorie o gastrointestinali. Se al contrario il genitore nota che la febbre continua a non abbassarsi, il piccolo ha broncospasmo, non beve, allora conviene accompagnarlo in ospedale per una visita. Di solito i genitori hanno un felice intuito».

Si sottovaluta, ma invece è importante saper gestire bene anche la fase del dopo influenza. «Il mio consiglio è quello di non riportare il piccolo a scuola prima di una settimana-dieci giorni dal termine della malattia – sottolinea il dottor Angelica Vaccaro –, anche perché il rischio reale è quello di diffonderla. Mentre invece almeno per il momento non si stanno verificando ricadute». E ora il consiglio dell’esperto per affrontare la malattia nei più piccoli. «Riposo, idratazione e l’antipiretico se la febbre dà fastidio. Da ricordare che l’influenza non si cura con gli antibiotici». Gli accessi al pronto soccorso sono «esplosi». negli ultimi due weekend, da venerdì a lunedì compresi. Oltre 700 sia nel fine settimana precedente, dal primo al 4 febbraio, che in quello dall’8 all’11 febbraio. La punta massima è stata sabato 2 febbraio con 205 accessi, e poi lunedì scorso con 200.