Ciclismo, inchiesta doping in Toscana, "Ti dico come andare forte", le intercettazioni

Le indagini della procura di Lucca e della polizia

Doping (foto di repertorio Ansa)

Doping (foto di repertorio Ansa)

Lucca, 9 febbraio 2018 - Le intercettazioni della Squadra mobile della Questura di Lucca e del Servizio centrale operativo della Polizia, in questa inchiesta choc relativa alla GFDD - Altopack, squarciano un velo su una pratica diffusa nel mondo del ciclismo, ma non per questo meno sconcertante. Un doping sistematico, di squadra, consapevole, che tocca ragazzi di appena 19 o 20 anni. Al telefono gli indagati parlavano spesso in codice di «meloni gialli o verdi», dato che a seconda del dosaggio le fiale di Epo hanno colori diversi. Oppure parlavano di «Jolly», una sorta di «bomba» con effetti immediati da giocarsi in occasione di eventi sportivi particolarmente rilevanti: come una siringa di insulina o un ormone in grado di dare la spinta decisiva. La sensazione è di pratiche sistematiche, finalizzate a vincere a ogni costo.

In una intercettazione ambientale, il primo direttore sportivo del team GFDD Altopack, Elso Frediani, si rivolge a un ciclista perlando di sostanze dopanti conme l’IGF-1, o somatomedina, un ormone di natura proteica. «Ma nei Pro la beccano quella roba lì?», chiede l’atleta. «Cosa?», risponde il ds. «IGF-1... quello che fan tutti...».

«Ma lì è tutto un altro doping rispetto al nostro, c’hanno tutto un altro controllo...». Al rientro da un incontro con il medico sportivo grossetano che secondo la Procura li consigliava su dosaggi e modalità per eludere i controlli, due ciclisti parlano tra loro così: «Ha detto 10 giorni, dicono 15 tutti, perché tutti rirano la corda. L’unico problema è il cambio di 12 ore. Sai qual è il problema? Che tu lo fai nella pancia, no... Il problema è che se si aggancia a una pallina di grasso, ti resta lì. Capito il problema? Quindi dovresti fare in vena qui sotto il braccio, che non c’è grasso, capito? Ha detto addirittura tipo due, fanno anche quattro, quattro intere».

In un'altra, Luca Franceschi, presidente del team ciclistico GFDD Altopack, consiglia a questo a un corridore: «Se vuoi andare forte, te lo dico. Sennò fai come ti pare, fai la vita, tutto... Però bisogna che tu per dire, domenica corri a... Domenica sera senza dire nulla vieni su... Non mi sta a guardare! Lullì ti rimette in sistema un pochino. Non è nulla...». E l’altro «Eh, lo so...». E ancora il patron: «Fanno ventimila per farti recuperare a 40 e poi vinci...».

Il riferimento per gli inquirenti è al dosaggio dell’Epo in fiale da 10.000, 20.000, 30.000 e 40.000 unità, mentre 40 indicherebbe il valore dell’ematocrito. E ancora, in un’altra intercettazione tra due ciclisti indagati: «Roba, sai, che mi dà forza anche per... sai che si fa prima di gara così, il giorno della gara!!». «L’albumina ... Metà però ne va fatta!», replica l’altro. «La trovo anche in farmacia?» «L’albumina, sì, però non penso che te la dia senza la ricetta!». «Ma c’è Andrea che... farmacista», riferendosi al farmacista Andrea Bianchi, ai domiciliari nell’inchiesta. «Ah, riesce a dare?». «Sì, sì».

E un amico avvocato a conoscenza della vicenda si sfoga così al telefono con il primo direttore sportivo del team, Elso Frediani: «Mi vien da ridere, Elso. Te l’avevo detto che li metteva a super. Ma tutti eh. Poi ti faccio nomi e cognomi. Gente anche che ci rimani male». «Meno male che lì io non c’entro...».

«Perché qualcuno si sa, ma qualcuno io l’ho guardato e gli ho detto “Ma sei di fuori?”. Perché se me lo fai a uno marcio di 25 anni, lasciamo perdere, ma bimbetti no eh (riferito a ciclisti 19enni, ndr)». E l’altro: «E’ la mentalità non c’è nulla da fare». «E per di più bimbetti che vanno a giro per il mondo, occhio eh...!».

Scoppiano però anche discussioni tra atleti. Uno, abile nel praticare iniezioni per endovena, si presta spesso ad aiutare i compagni di squadra, ma poi sbotta. E’ il 31 luglio 2017. «Io do una mano a tutti no a farlo, perché giusto così perché se uno se lo fa da solo e non lo sa fare si fa pure male. Non è un problema. Però poi gliel’ho detto a Luca eh. Perché lui mi dice quando andate da Luisa, perché non sei voluto andare? Ho detto, senti non per cattiveria, ma qui si parla troppo. Non vorrei che qui un giorno vanno da un’altra parte, fanno la stessa cosa e dicono vedi M. mi ha aiutato a fare quello, lui era bravo a fare queste cose».

P.Pac.