Incendio di Porcari, il titolare dell'azienda: "Andato in fumo il lavoro di 40 anni"

Parla Romano Ercolini, che gestisce lo storico ErBa Market di cui fa parte Rox

I vigili del fuoco al lavoro al capannone attaccato dalle fiamme (Foto Alcide)

I vigili del fuoco al lavoro al capannone attaccato dalle fiamme (Foto Alcide)

Porcari (Lucca), 30 dicembre 2017 - Il sogno di una vita andato in fumo nell’arco di una notte. E’ quello che resta il giorno dopo l’incendio che ha distrutto la «Rox» di Porcari. Dopo l’allarme e la paura che hanno sconvolto il paese rimane il dolore, profondamente umano, di chi su quell’impianto aveva investito una vita intera. E tutto è andato perduto insieme a un’impresa costruita mattone dopo mattone, con l’impegno costante di oltre 40 anni di attività, volatilizzata in poche ore. Un’azienda che, partita dalle campagne di Porcari, ha persino conquistato il difficile mercato cinese. E la conta dei danni mette in fila il disastro raggiungendo proporzioni milionarie. Con la voce affranta e sofferente, affaticata da una notte passata a cercare di salvare il salvabile, è lo storico titolare di ErBa Market, di cui fa parte «Rox», Romano Ercolini, a mettere in fila i pezzi della storia.

«E’ andato distrutto un intero magazzino, tutto quanto. Stiamo parlando di 5mila metri quadrati. Non si può più recuperare niente, lo abbiamo visto da sopra, dove era aperto. Sta ancora bruciando...».

Di preciso cosa c’era dentro?

«Calzature in genere, per la casa e da mare, del marchio Rox e LaLu per la grande distribuzione».

Un danno enorme?

«Senza considerare l’immobile, si aggira sui 5 milioni di euro. Chiaramente c’è l’assicurazione ma capisce bene che quando si lavora con la Grande distribuzione ci sono tempi ben precisi da rispettare. Loro hanno i loro impegni, giustamente, anche se sono tanti anni che si lavora con loro. Faremo di tutto per poterli accontentare e proseguire. Magari se ci danno una mano per poter andare avanti. Ma per ripartire ci vorrà tempo...».

Non si è salvato proprio niente?

«Un capannone si è salvato ma, purtroppo, quello più piccolo, da 1.600 metri quadrati. La maggior parte era in quello centrale. Poi si è salvata la parte davanti, degli uffici, che sono 1.800 metri. Il resto è tutto da rifare».

Il tempo per rimettersi in piedi?

«Anche a fare le corse minimo sei mesi. Ma poi ci sono di mezzo la bonifica e tanti altri cavilli vari che... Chissà. Ora bisogna quantificare i danni con precisione e vedremo. Magari opereremo tramite la LaLu, ma sono solo 1.600 metri. Cercheremo di sacrificarci un po’ per proseguire. Bisogna andare avanti e rimboccarsi le maniche».

Ci vuole coraggio...

«E’ una vita che lavoriamo, siamo partiti con l’azienda ErBa Market nel 1975, ora sono più di 40 anni. Siamo partiti quasi dal nulla e ora quasi tutto quello che abbiamo costruito è andato in fumo. I miei figli, Luca e Lara, sono anche loro affranti ma noi siamo sempre stati quelli che si tirano su le maniche e si danno da fare».

Un gruppo unito, anche nelle difficoltà?

«Sì, anche i dipendenti, sono 17. La notte di giovedì, quando hanno saputo dell’incendio, sono venuti tutti. Erano lì, presenti, pronti per dare una mano. Siamo come una famiglia. Ci sono persone che con noi sono andate in pensione dopo 35 o 40 anni di lavoro. Quello che c’è da meno tempo è con noi da 10 anni. Si è creato un rapporto di amicizia, familiare».

Quale futuro per loro?

«Ora valuteremo il da farsi. L’ipotesi è di cercare di far fare un po’ di cassa integrazione a rotazione per far lavorare un po’ tutti nel frattempo».