"Il virus c’è ancora, non abbassiamo la guardia"

L’appello del dottor Quiriconi, presidente dell’ordine dei medici: "Niente allarmismi, ma cittadini e istituzioni devono vigilare".

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Sulla situazione legata al Coronavirus, si registra oggi l’appello del presidente dell’ordine dei medici, Umberto Quiriconi. "Stiamo assistendo – afferma il dottor Quiriconi – a un incremento del numero dei contagi da Covid-19, specialmente nella popolazione di età giovanileadulta, che appare legato principalmente agli ingressi dall’estero, al turismo e alle occasioni di assembramento in concomitanza di eventi sociali serali particolarmente frequenti durante l’estate. Fortunatamente tale fascia di popolazione è abbastanza restia a sviluppare un’infezione vera e propria che può avere però come conseguenza la diffusione del virus alle altre persone, specie di età avanzata, con il rischio da parte di queste ultime di sviluppare un quadro di malattia conclamata e riaccendere così la triste catena degli eventi infausti".

" Ritengo quindi doveroso ricordare con forza – prosegue Quiriconi – quei valori che ci hanno permesso di sconfiggere, pur a caro prezzo, la prima fase dell’epidemia da Covid con lo scopo di farne tesoro anche al momento attuale, vale a dire: la prudenza, evitando di esporci a situazioni sociali a rischio, ma soprattutto il rispetto, proteggendo noi stessi e gli altri con adeguato distanziamento, dispositivi anti-contagio e misure di igiene personale. Fortunatamente la situazione odierna non presenta le caratteristiche della scorsa primavera, anche se le notizie sono comunque inquietanti, per cui sarebbero per il momento eccessive misure draconiane come quelle adottate allora".

"Ma almeno – prosegue – la cautela e la consapevolezza dei diritti altrui sono atteggiamenti assolutamente opportuni in questa fase. I giovani hanno giustamente desiderio di divertirsi; ebbene che lo facciano in modo appropriato almeno indossando la mascherina e rispettando la distanza di sicurezza per quanto possibile. Un diverso comportamento, duole constatarlo, configura mancanza di sensibilità soprattutto verso i congiunti più anziani, maggiormente suscettibili al virus e quindi potenzialmente esposti al rischio di gravi patologie Covid dipendenti. Del pari, sempre ai fini preventivi, è necessario richiamare alla coerenza e al senso di responsabilità le autorità sanitarie affinché sin da ora, predispongano un numero adeguato di posti letto e di operatori sanitari competenti, attingendo anche ad una riserva che deve essere costituita già in questi momenti e prevengano la diffusione del virus programmando l’effettuazione in tempi brevi di un numero sufficiente di test sierologici e tamponi".

"Non solo, ma anche approntando una adeguata quantità di dispositivi di protezione individuale, la cui carenza e, talora, scarsa qualità è stata a suo tempo fonte di gravi perdite nel personale sanitario. Giova ricordare a questo proposito che molto è contenuto in un documento del Ministero della Salute addirittura del 2006 denominato ”Piano Nazionale di Preparazione e Risposta ad una Pandemia Influenzale” che tuttavia è stato completamente ignorato un po’ da tutti, almeno fino a ora. Tuttavia, anche in mancanza di questo, basta far tesoro della recente esperienza e degli errori compiuti, primo dei quali il mancato ascolto dei professionisti schierati in prima linea: medici di famiglia ed ospedalieri, quando invece si è riservata tutta l’attenzione a personaggi famosi del mondo sanitario spesso lontani dalla realtà quotidiana".

"Infine, un richiamo all’umiltà. Ricordiamoci bene che di questo virus conosciamo ben poco; abbiamo assistito, e stiamo tutt’ora assistendo, a una ridda di opinioni spesso contrastanti tra di loro da parte di cosiddetti esperti e persino di istituzioni nazionali ed internazionali che hanno diffuso opinioni, invece di dati scientificamente comprovati, sovente a scopo autopromozionale e hanno finito per confondere le idee ai comuni cittadini e persino ai decisori politici con tutto ciò che ne è conseguito. Hanno fatto eccezione lodevolmente gli infettivologi, gli igienisti e gli epidemiologi della nostra provincia. Senza creare inutili allarmismi, il mio vuole essere un accorato appello alla consapevolezza e sensibilità di tutti noi: dei giovani, delle autorità che governano le scelte sanitarie, dei giornalisti, del personale sanitario, affinché la situazione non ci sfugga di mano. Solo l’assunzione di tale responsabilità ci potrà evitare un nuovo lock-down".