“Il pokerino di Giuliano“. Un nuovo sonetto di Alessandro Meschi

Giuliano bluffa con una scala reale e l'altro giocatore, frastornato, decide di non giocare e Giuliano vince il piatto con un assegno postdatato.

Ho visto‘ose ch’un si possan crede,

com’anda’ via con poker d’assi in mano,

da chi si sente un ganzo perché ‘un vede;

ma la scala reale di Giuliano

era ‘l più grande bleffe ch’ho mai visto.

Io n’ero dietro, avea chiesto ‘na ‘arta,

ma niente full, neanche a prega’ Cristo;

e l’altro, col trissin stillò la quarta

e tutti si capì ch’avea legato.

“Parol” disse Giuliano pacioccone.

Vell’altro spinse ‘l gruzzolo contato

e ‘l piatto a due fu tutta n’ emozione.

Giuliano rilanciò, e fu smisurato.

L’altro chiese sei casse, e col manone

le trascino’ sul piatto. Era agitato.

Giuliano traffiò nel su’ borsone

e ni fece un assegno postadato

a copri’ dieci volte vel piattone.

Ci pensò un quarto d’ora, frastornato.

“Ho poker d’assi ma ‘un so mia ‘n coglione.”

“Hai fatto bene, te l’avrei mangiato”.

E s’arunò le fici da un centone.