"Ha sofferto il caldo, ma la qualità dell’olio quest’anno sarà buona"

L’esperto Enrico Nicolosi prova a fare previsioni sulla raccolta, con la speranza che a fine agosto torni la pioggia

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La qualità sarà ottima, non risentirà della siccità anche se le olive hanno senza dubbio sofferto il caldo. Determinante sarà la pioggia che arriverà, o almeno sperano agricoltori e produttori, tra la fine di agosto e settembre, prima della raccolta. L’acqua farà crescere il frutto e influenzerà anche la quantità. Sono queste le previsioni per la produzione olearia 2022 da parte degli esperti. Due dei prodotti simbolo della Piana, olio e vino, si trovano in situazioni opposte. Bacco è praticamente pronto, vendemmia anticipata persino per i rossi, dopo l’estate rovente, mentre i vitigni precoci saranno raccolti in pratica nel periodo di Ferragosto. L’oliva invece è ancora indietro.

"Dovremo fare la danza della pioggia – commenta il consigliere Enrico Nicolosi del Frantoio nel Compitese, in via di Tiglio, sulla Sarzanese-Valdera, uno dei più importanti della Lucchesia e presieduto da Angelo Giusti, – perché se piove il frutto cresce, si gonfia, infatti attualmente è piuttosto piccolo come dimensione. Si tratta di una pianta che rappresenta la sofferenza: subisce il caldo estivo e il gelo invernale".

Quali sono le prospettive?

"Siccome di sicuro pioverà, non si sa quando ma lo farà, pensiamo che la qualità non sarà intaccata, più rigogliosa dove le temperature erano più fresche, meno nelle aree di caldo torrido e africano. Per essere più precisi bisognerà fare una analisi ed una valutazione attenta di tutti i parametri alla fine di agosto oppure nei primi giorni di settembre".

Il solleone un vantaggio lo ha comunque portato, è vero che ha allontanato parassiti e la famosa mosca?

"Proprio così, le olive, pur piccole, sono però completamente sane. La mosca è stata tenuta lontano dal caldo, in queste condizioni non può attaccare e anche se lo facesse non avrebbe efficacia. Questo è ok per la raccolta. Poi il segreto sarà quello di frangere subito".

Insomma, pro e contro con l’impennarsi della colonnina di mercurio che influenza anche la fioritura, le cui fasi sono chiamate in termini tecnici mignolatura, antesi e allegagione. La prima prende il nome dalle infiorescenze a forma di grappolo che compaiono solitamente ad aprile (in base alla zona geografica) chiamate mignole. A seguire si entra nella antesi, che coincide con l’impollinazione del vento, quando i fiori sono completamente aperti. L’ultima fase è l’allegagione, quando i fiori si trasformano in frutti.

Massimo Stefanini