Ora gli pneumatici vanno a ruba. Raffica di furti da auto e biciclette

L’ombra del mercato nero dietro agli episodi che si moltiplicano

Messaggio sulla bicicletta

Messaggio sulla bicicletta

Lucca, 10 agosto 2017 - Messaggio sintetico, ma forte e chiaro: «Questo messaggio è rivolto a quel miserabile che mi ha rubato la ruota. Ho tolto anche il lucchetto così puoi prendere tutto il resto, pezzente!». Un fiume in piena di rabbia per un gesto tanto deprecabile e assurdo se si considera il valore della «refurtiva»: una misera ruota di una bici vecchia, tenuta insieme poco più che con il nastro adesivo, che però evidentemente serviva a un lavoratore del centro storico, o forse a uno studente, per fare la spola tra il parcheggio dell’area Tagliate, dove si trovava parcheggiata la bicicletta, e il centro storico.

I furti delle ruote delle biciclette negli ultimi mesi si sono curiosamente moltiplicati a dismisura in città. Non basta più assicurarle con robusti catenacci: qualcuno si «diverte» a smontarne i pezzi e portarseli via. Creando così non pochi disagi ai proprietari. E’ successo recentemente anche in piazzale Verdi, proprio nelle rastrelliere che si trovano proprio di fronte all’ingresso del punto di accoglienza turistica. Un bel biglietto da visita. Ma succede senza tregua anche alla stazione ferroviaria, dove le bici vengono cannibalizzate oppure, quando è troppo difficile e «faticoso», rubate intere, senza tanti complimenti. Una nuova moda? Chissà. 

E’ un fatto che sta interessando anche le auto. L’altro giorno un giovane ha avuto un amarissimo risveglio. Quando è sceso di casa, a San Filippo, e si è diretto verso l’auto l’ha trovata appoggiata ai ceppi: non aveva più le ruote. E’ sbarcata anche da noi la «banda dei furti degli pneumatici» (e dischi, ben più di valore), in azione da tempo in altre città? La tecnica è sempre la stessa. Di solito si muovono di notte. Muniti di crick speciali, fatti di mattoni, sollevano l’auto, o la sballottano sino a quando non si solleva di poco e inseriscono velocemente il crick. Smontate tutte le ruote abbandonano sotto di essa il crick artigianale, scappando in auto con il bottino. La finalità? In qualche caso si tratta di «utilizzo personale» ma più spesso i pezzi, soprattutto quelli di valore come i dischi in lega, vengono indirizzati al mercato nero.