Furbetta del cartellino.Timbrava poi andava al mare, condannata impiegata del tribunale

La condanna: tre anni di reclusione e 5 di interdizione dai pubblici uffici. Nei guai due colleghi

Furbetto del cartellino

Furbetto del cartellino

Lucca, 30 marzo 2019 -  Tre anni di reclusione e 5 anni di interdizione dai pubblici uffici. Questa la pesante sentenza emessa ieri mattina dal giudice Billet nei confronti di una 54enne residente a Viareggio, impiegata della cancelleria penale del tribunale di Lucca, per truffa ai danni dello Stato. La donna è stata invece assolta dall’accusa di peculato. La dipendente in numerose occasioni aveva timbrato il cartellino in ingresso al mattino a palazzo di giustizia in via Galli Tassi e poi tornava a casa a Viareggio oppure andava in spiaggia. A timbrare l’uscita provvedevano un paio di colleghi, ai quali la donna chiedeva il “favore”, lasciando loro il badge.    In totale il giochetto era andato avanti per 35 giornate lavorative. I fatti contestati erano avvenuti tra il giugno e il 28 settembre 2015, quando la donna avrebbe appunto ceduto il badge ai due colleghi pronti a timbrare al posto suo. Ma qualcuno si era accorto di quella situazione anomala denunciando l’accaduto alla Procura.   Erano scattate le indagini ed era emerso che la dipendente, ausiliario giudiziario, in effetti si trovava a Viareggio oppure al mare, mentre risultava formalmente presente negli uffici giudiziari di Lucca. Ascoltata durante le indagini, l’impiegata si era sempre detta estranea alle accuse e pronta a chiarire i fatti contestati. Ma gli inquirenti avevano esaminato i tabulati del suo cellulare, evidenziando che in orario d’ufficio aggangiava le celle di Vareggio e della Versilia. Lei aveva obiettato di averlo ceduto in alcune occasioni alla figlia che abita a Viareggio, ma la sua versione non è stata ritenuta attendibile. Il giudice ha anche trasmesso gli atti alla Procura perché proceda per falsa testimonianza verso due colleghi.   Ma non è tutto. La dipendente del tribunale è anche indagata in un altro procedimento per il danneggiamento dell’auto di un collega che aveva testimoniato al processo contraddicendo la sua versione dei fatti. Le telecamere di palazzo di giustizia avrebbero ripreso il suo gesto.