Frontiere aperte, dopo mesi di lockdown, ma solo di nome. Di fatto, la situazione è così incerta che gli italiani, e in primis i lucchesi, non osano mettere piede fuori dai confini nazionali.
Nonostante i mesi chiusi in casa, l’estate finalmente ”esplosa“ e la smania di viaggio, le poche certezze circa la partenza e le modalità di soggiorno frenano le partenze verso destinazioni europee ed extraeuropee, per non parlare di quello che un tempo avremmo definito mete esotiche come Caraibi o tropici.
"Certo, ci sono degli audaci che si informano per destinazioni fuori dall’Italia, come gli Stati Uniti o le Maldive, ma per ora non prenotano perché la situazione delle destinazioni è sempre troppo indefinita", spiega Rita dell’Agenzia di viaggi Oasis.
"Uno dei problemi principali è che la situazione si evolve giorno per giorno, specialmente per le destinazioni più a lungo raggio. Ci sono diversi clienti che entrano con l’idea di partire, ma poi, viste le condizioni, hanno paura a prenotare".
Da molti Paesi esteri ancora arrivano solo voci incerte, del tipo: "Agli italiani apriremo solo a partire da tal data", però finché non ci sono conferme ufficiali mancano le certezze necessarie. Un altro problema, conseguenza del primo, è quello dei voli.
"Quest’anno l’incognita sui voli è grossa", dice Paolo dell’Agenzia di viaggi Angelini. "Le compagnie di linea si trovano costrette a convivere con una situazione di grande incertezza, per cui quando anche solo riapre la vendita dei biglietti poi finisce che i voli vengono cancellati e ci sono enormi difficoltà ad avereil rimborso. Per il momento – aggiunge – noi consigliamo viaggi che non prevedano l’aereo, al massimo il traghetto; oppure di restare in Italia e muoversi con la macchina. Le mete più richieste al momento sono Sardegna, Toscana, Elba, Puglia, Sicilia, Calabria. Si pensava che quest’anno sarebbe stato l’anno della montagna e invece tutti vogliono andare al mare".
Infine, molti i lucchesi che si informano anche sul tanto atteso bonus vacanze 2020, l’agevolazione introdotta dal Decreto rilancio, il quale, però, ha confini ancora un po’ nebulosi. "Il bonus vacanza è un credito di imposta per chi lo riceve, ma bisogna sempre vedere chi lo accetterà", continua Paolo. "Le strutture ospitanti stanno ancora cercando di capirne la convenienza: per loro, infatti, si tratterebbe di anticipare dei soldi per poi recuperarli l’anno prossimo come credito d’imposta, e in un periodo del genere non è una scelta delle migliori".
Maria Giulia Salvioni© RIPRODUZIONE RISERVATA