Fillungo al buio, un choc per la città

Parlano i commercianti della strada: "Sembra quasi uno sciopero contro i provvedimenti del Comune"

Via Fillungo illuminata

Via Fillungo illuminata

Lucca, 10 novembre 2019 - Il tam tam corre. Più veloce della luce, proprio quella che non ci sarà ad addobbare il Natale di via Fillungo. Il verdetto era nell’aria da tempo, ma il sopralluogo dell’assessore Valentina Mercanti e del referente del Cnn di Confcommercio Matteo Pomini lo ha scolpito nella pietra: 75 commercianti non pagheranno la quota delle luci di Natale (150 euro), e la soglia minima del 70 per cento per ogni via è lontana... anni luce.

La notizia ieri è rimbalzata ovunque. «E’ uno scandalo, una vergogna – tuona Giuseppe Narducci del negozio alimentari gastronomia Giurlani, dal 1945 i via Fillungo – Per tanti anni mi sono occupato anche in prima persona delle luci. Di solito noi pagavamo addirittura per tre pendane. Come si fa a pensare alla via più importante della città spenta per Natale?».

«Pare proprio uno sciopero, forse per la questione del varco con cui il Comune vuole limitare gli ingressi a Porta Santa Maria», osserva Carla Giurlani

Cristina Del Debbio, dello storico negozio di abbigliamento per bambini, ha le idee chiarissime in merito. «E’ una cifra alta da pagare considerato che ogni anno si aggiunge un nuovo balzello e anche – spiega – che per un mese di prima, dopo e durante Comics, gli incassi languono. E’ un mese in cui siamo in piena sofferenza: i lucchesi non vengono perchè i parcheggi sono occupati dagli stand, durante i Comics non vendiamo, il risultato è che ci troviamo scarichi. Lucca non ha risolto i problemi di accessibilità: mancano aree di sosta, soluzioni di parcheggi scambiatori. E questo è un punto fondamentale per la sopravvivenza delle attività. Ora hanno ventilato di ridurre ulteriormente gli accessi con il varco a tempo a Porta Santa Maria. Siamo alle corde".

 E i residenti se ne giovano? Non è detto. «Il buio in via Fillungo non è altro che l’inevitabile riflesso di una città morta – decretano Marco Brancoli e Gabriella Fancelli – Come altro possiamo definire un centro che perde residenti, perde negozi che chiudono e perde uffici pubblici, un centro che è in mano solo a un turismo frettoloso e a giovani si danno appuntamento alle 23 per sbronzarsi?».

Sul banco degli imputati ci sono le catene commerciali. Ma anche qui occorre fare i debiti distinguo: molte catene non pagano, altre sì. Max Mara, ad esempio, paga. Sephora pure. E anche Mac dove troviamo Sara e Asia. «I gestori qui hanno sempre aderito all’iniziativa luci di Natale, dovrebbe essere un naturale interesse di tutti rendere più bella e viva la città. E’ incredibile».

«Scandaloso – rilanciano Andrea, Gianluca e Dylan Pedonesi della nota gioielleria – Ci sono paesini come Porcari illuminati in maniera fantastica e nella via principale del centro storico si andrà con le candele. Assurdo. La quota è onerosa, d’accordo. Le spese si moltiplicano, vero. Ma si spendono per la casa 50 euro per gli addobbi di Natale, possibile che non si voglia farlo per la città e per la propria attività?».

Gina Truglio, titolare della libreria Ubik, ha sempre partecipato alle Luci di Natale, quest’anno compreso. «Però comprendo perfettamente i motivi del no – dice – Io qui pago 10mila euro al mese di affitto, e per fortuna i proprietari del fondo mi vengono incontro. Ma ci sono dei giorni che pare il coprifuoco da quanto la città è vuota. Se gli affari non girano è difficile rendersi partecipativi di una spesa non obbligatoria. Qui ci stanno facendo morire, a forza di sigillare il centro, di non avviare una politica di parcheggi e accessibilità. E per assurdo il centro è pieno di auto che pare un far west, via Nuova compresa».