"Lunedì faccio le valigie e me ne vado". Uccisa con una lama di 20 centimetri

I testimoni: Carmela Fontana pensava di lasciare casa qualche giorno per allentare le tensioni con il marito. Il muratore, accusato di omicidio volontario, è piantonato in Psichiatria. Lunedì l'interrogatorio in ospedale

Il luogo del delitto (foto Alcide); nei riquadri Maria Carmina e Luigi Fontana

Il luogo del delitto (foto Alcide); nei riquadri Maria Carmina e Luigi Fontana

Lucca, 30 maggio 2021 - "Lunedì faccio le valigie". Maria Carmina Fontana, 50 anni, per tutti Carmela, lo aveva pensato e detto al marito. L’idea: staccare la spina dal clima familiare che, nei giorni, era diventato sempre più irrespirabile. E’ quello che emerge dalle prime testimonianze raccolte dai carabinieri guidati dal maggiore Antonio Trombetta e dal colonnello Ugo Blasi e coordinati dal sostituto procuratore Alberto Dello Iacono. Sulla villetta al civico 17 di via Fermi, ad Altopascio, da settimane era calata una cappa pesante. A tesserla nei giorni era stata, in base a quanto ricostruito finora dagli inquirenti, la relazione con un uomo di Altopascio di cui il marito di Carmela, Luigi Fontana, 54 anni, accusava la moglie. Per questo la donna avrebbe manifestato la volontà di andarsene di casa qualche giorno. Avrebbe voluto partire domani per trovare appoggio forse da amici o dai parenti in Campania.

Il luogo del delitto (foto Alcide); nei riquadri Maria Carmina e Luigi Fontana
Il luogo del delitto (foto Alcide); nei riquadri Maria Carmina e Luigi Fontana

Ma la 50enne ha invece trovato la morte venerdì pochi minuti prima delle 14 colpita da una decina di coltellate al tronco inferte dal marito con un coltello da cucina. Fendenti mortali che sono stati inflitti con una lama lunga circa 20 centimetri, quella di un coltello da carne che i carabinieri hanno trovato sul pavimento della cucina. Cosa abbia acceso la scintilla nella testa dell’uomo ancora non è chiaro.

La certezza è che il muratore originario di Casapesenna, in provincia di Caserta, ha preso il coltello e ucciso la donna in pochi secondi, il tempo che la 50enne ha impiegato per tentare di ripararsi dai fendenti, come testimoniano le ferite alle mani, fuggendo verso il disimpegno della cucina, dove è stata trovata senza vita. Gli inquirenti ora, nella villetta sotto sequestro, stanno cercando di capire come sia nata la lite terminata in tragedia. Se la donna avesse in mano il coltello e stesse preparando il pranzo e poi sia scoppiato il litigio e il marito sia riuscito a impossessarsi della lama. O se l’abbia estratta lui di proposito da un cassetto con l’intento di ucciderla.

Dettagli che, ricostruiti e analizzati, possono trasformarsi in ulteriori aggravanti o meno per il 54enne al momento accusato di omicidio volontario aggravato dall’aver ucciso la coniuge. Luigi Fontana, ieri è rimasto tutto il giorno ricoverato e piantonato dai carabinieri nel reparto di Psichiatria dell’ospedale San Luca. Si trova in forte stato di choc.

Il giorno prima in caserma di fronte al colonnello Ugo Blasi e all’avvocato Ilenia Vettori ha accusato un malore e perso conoscenza. "Ancora non sono riuscita a parlarci - spiega il suo legale, Ilenia Vettori - è sconvolto, non l’ho mai visto così. Stiamo valutando il da farsi". Domani mattina si terrà l’interrogatorio di garanzia in ospedale durante il quale il muratore dovrà rispondere alle domande del gip che deciderà sulla convalida del suo arresto. Lo stesso giorno sarà conferito l’incarico dalla Procura al medico legale Stefano Pierotti per eseguire l’autopsia. Non è escluso che per l’uomo possa essere richiesta una perizia psichiatrica. In caserma, venerdì, prima del malore ha ripetuto a lungo un mantra disperato: ""Dovevano aiutarmi, dovevano aiutarmi...".