Famiglie e aziende in difficoltà L’Inps ‘trema’ e lancia l’allarme "Superare la stagione dei bonus"

Marialuisa Gnecchi, vicedirettrice dell’Inps, al convegno della Cgil: "Necessarie misure strutturali"

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In seguito al convegno organizzato dallo Spi Cgil Lucca, Marialuisa Gnecchi, vicedirettrice dell’Inps ed ex parlamentare per il Pd dal 2008 al 2018 ha risposto ad alcune domande riguardanti lo stato del mondo del lavoro e del sistema previdenziale.

Negli ultimi anni c’è stato un aumento dei nuclei familiari in stato di povertà (7,5% povertà assoluta, 11,1% povertà relativa nel 2021). Questa tendenza va verso un aumento costante o il dato si sta stabilizzando?

"Purtroppo, visto il costo del gas e l’aumento dei prezzi in generale, oltre che quello dell’inflazione, questo aumento è un fatto oggettivo. Mi auguro che oltre al reddito di cittadinanza, con tutti i maggiori controlli che si possono fare, si trovino altre misure per aiutare le famiglie in difficoltà".

Quindi si aspetta una risposta negativa anche per quanto riguarda la continuità lavorativa?

"Molte aziende stanno già dicendo che non riusciranno a reggere l’aumento dei costi, quindi è evidente che, come avvenuto nel periodo del covid, in cui si è fatta la cassa integrazione generalizzata anche per settori che non la avevano mai avuta, bisognerà pensare a qualcosa".

Si parla sempre più di povertà anche in presenza di reddito da lavoro o da pensione. Secondo lei, la compresenza di reddito e ammortizzatori sociali andrà sistematizzandosi in futuro, o si può sperare in un cambiamento, ad esempio con il salario minimo?

"Penso che già l’approvazione della direttiva europea sul salario minimo del 14 dicembre possa essere d’aiuto, perché è evidente che bisogna intervenire su stipendi e contratti. Così come il dl 104 del ministro Orlando, anch’esso derivato da una direttiva europea. E non ho dubbi che in questo periodo si sia sviluppata anche una maggiore attenzione riguardo ai contratti pirata. Quindi, da questo punto di vista, mi auguro che le condizioni lavorative e di vita possano migliorare. Le pensioni poi sono il riassunto della vita lavorativa, per cui è evidente che solo con l’aumento dei salari e la diminuzione della precarietà queste possano aumentare. È un meccanismo purtroppo inevitabile. Pertanto è palese che ci si debba impegnare per contrastare il lavoro povero, su cui il ministro Orlando ha istituito un tavolo di lavoro, il quale ha prodotto dei resoconti che hanno evidenziato come non sia solo la disoccupazione a creare difficoltà economiche, ma anche molti lavori".

Nei suoi interventi ha parlato di indebolimento del sistema previdenziale ad opera dello Stato. Ha riscontrato una tendenza in questo senso negli ultimi governi?

"La legislatura 2008-2011 del governo Berlusconi, che conteneva la Lega e aveva Meloni e Tremonti tra i ministri, ha veramente massacrato il sistema previdenziale. Il meccanismo più grave e nocivo introdotto è stato l’innalzamento indiscriminato dell’aspettativa di vita per il calcolo dell’età pensionabile, che invece dovrebbe essere rapportata a numerosi fattori, tra cui per esempio il lavoro svolto o la zona in cui si abita. In seguito la Fornero ne ha copiato alcune cose, come l’innalzamento dell’età di pensionamento per le donne, che è stato allargato anche al settore privato".

Pensa che il sistema di aiuti a pioggia messo in atto dal governo Draghi sia stato efficace o sarebbero preferibili riforme strutturali?

"In una situazione di emergenza come questa penso che dei bonus potessero essere legittimi. È evidente che se la situazione di aumento dei prezzi e dell’inflazione dovesse andare avanti saranno necessarie misure strutturali".

Questi bonus hanno complicato la vita all’Inps? E l’Istituto potrebbe reggere il carico economico legato ad ammortizzatori sociali e bonus se la tendenza restasse questa?

"Senza dubbio hanno complicato la vita, visto che sono ricaduti unicamente sull’Inps. E riguardo alla sostenibilità del carico economico no, l’Inps non riuscirebbe a sostenerlo. E’ ovvio che ogni nuovo ammortizzatore sociale o bonus deve avere una copertura, perché l’Inps non se li inventa i soldi".

Leonardo Monselesan