Coronavirus, esposto contro i tavolini dei bar chiusi

Un gruppo di residenti chiede di farli rimuovere perché fonte di assembramento di persone. Il Comune scrive ai locali

Secondo alcuni residenti i tavoli dei bar chiusi sarebbero motivo di assembramento

Secondo alcuni residenti i tavoli dei bar chiusi sarebbero motivo di assembramento

Lucca, 8 aprile 2020 - Confcommercio sta ricevendo diverse segnalazioni da parte di pubblici esercizi propri associati i quali riferiscone come il Comune stia dando indicazioni affinché ”vengano rimossi dall’esterno di bar e ristoranti gli arredi del suolo pubblico, ovvero sedie e tavolini, appartenenti ai locali chiusi”. Indicazioni che, raccontano gli imprenditori, ”sono conseguenza di un esposto presentato al Comune da alcuni residenti a cui queste sedie e questi tavolini danno fastidio in quanto potenziali fonti di assembramento”. E indicazioni, sempre secondo quanto raccolto dai nostri imprenditori, con le quali si annunciano sanzioni per chi non provvederà a rimuovere gli arredi. “A nostro avviso – spiega quindi Confcommercio – si tratta di una vicenda a dir poco grottesca. E’ vergognoso innanzitutto che in una fase storica senza precedenti come quella attuale, ci siano persone che presentano esposti sulla pelle di imprenditori in grandissima difficoltà economica, lavorativa e psicologica. Ai firmatari di quel documento va tutto il nostro profondo biasimo”. “Ma al di là di questo aspetto di natura morale – prosegue l’associazione – facciamo davvero fatica anche a capire la decisione degli uffici comunali di assecondare questa richiesta, che avrebbe un senso in un periodo normale, ma che è totalmente fuori da ogni logica in questa fase storica di emergenza sanitaria mondiale. Se la gente sta fuori di casa senza avere motivo di farlo e infrangendo le restrizioni del Governo sugli spostamento, si pensa forse che la cura sia togliere sedie e tavolini che già oggi sono in piena sicurezza, legati fra loro senza possibilità di spostamento nel perimetro consentito e dunque non utilizzabili per sedercisi se non in modo scomodo e forzato? Cioè, il problema non è lo scarso senso civico di chi si raduna, ma il luogo scelto per radunarsi? E’ forse in arrivo dunque una ordinanza che chiuderà tutte le panchine pubbliche? O forse esse non sono considerate possibili fonti di assembramento?”. “A tutto questo – insiste Confcommercio – si aggiunge il fatto che i lavori di rimozione di sedie e tavolini dovrebbero portare gli imprenditori a uscire di casa, a rischio della propria salute e di quella dei propri familiari, per svolgere un’attività che di necessario e inderogabile, secondo le linee guida enunciate dal Governo, non ha assolutamente niente. Si dice alla gente di stare in casa salvo che per ragioni eccezionali e poi si chiede ad un gruppo di imprenditori di derogare per togliere arredi perfettamente sistemati e che non arrecano danno a nessuno. Un provvedimento fuori da ogni logica – termina la nota – e completamente scollegato dal tempo che stiamo vivendo: ecco perché chiediamo al Comune di ripensarci e fare marcia indietro sui propositi sanzionatori”. © RIPRODUZIONE RISERVATA