E’ morto Guidugli, amante della montagna

Lo storico ex presidente del Cai aveva 87 anni. Negli anni ’50 scalò il Monte Bianco. Stimato anche come medico, fotografo e sommelier

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di Daniele Masseglia

I suoi occhi hanno visto, osservato e scrutato tanto, tantissimo. L’orizzonte dalle decine di vette che aveva scalato. I primi vagiti di chi è venuto al mondo. Il mondo dall’obiettivo delle sue macchine fotografiche. La consistenza del nettare che assaggiava come sommelier. Una vita lunga e intensa quella di Augusto Guidugli, scomparso a 87 anni all’ospedale Versilia dov’era ricoverato dopo l’aggravarsi delle sue condizioni, essendo malato da tempo. Quercetano di nascita, era il fratello dello storico notaio Umberto Guidugli, scomparso nel marzo 2020 a causa del Covid, che come lui amava l’alpinismo. A trasmettere loro questa passione erano stati personaggi quali Valdo Corsi, Guido De Carlo e Abramo Milea.

Augusto, per quasi tutta la vita – almeno 70 anni – è stato un iscritto del Cai e dal 1984 al 2004 ha presieduto la sezione di Pietrasanta, trasformando in sede una stanza della sua casa in via Mazzini in cui viveva con Franca, adorata compagna di una vita che aveva sposato nel 1966 e da cui ha avuto la figlia Augusta. L’amore per la montagna lo aveva portato a scalare il Monte Bianco negli anni ’50, "quando era ancora un privilegio per pochi. Guidugli – ricorda il Cai – ha accompagnato in montagna amici, conoscenti, giovani e bambini, ogni volta con l’entusiasmo di chi ha da scoprire e insegnare qualcosa di nuovo. Sorridente e facile alla socializzazione, ha vissuto la montagna come luogo di incontro stringendo legami e affetti indissolubili con alpinisti, cavatori, pastori, rifugisti, locandieri, e con quanti la popolano per lavoro o per passione. Lo ringraziamo per l’enorme eredità di affetti e insegnamenti che ci ha lasciato". Non solo: Guidugli era stato anche tra i fondatori della stazione di Soccorso alpino di Querceta e della scuola di alpinismo Monteforato, dando il proprio contributo di medico. Si era laureato a Siena e dopo aver lavorato come medico condotto in Maremma si era trasferito all’ex ospedale Lucchesi di Pietrasanta prestando servizio nei reparti di ostetricia e ginecologia fino al 2000, quando andò in pensione. Nel mezzo, una miriade di interessi. Come la fondazione del Palio dei Micci di Querceta, portando la sua esperienza del Palio di Siena durante gli studi universitari. O il suo naso sopraffino che lo portò nel 1982 a diventare sommelier, e successivamente delegato Ais Versilia, dando lezioni in tutta Italia. Fino alla fotografia, "divulgando la conoscenza della natura e dei monti apuani – scrivono ancora dal Cai – nelle serate di diapositive e nelle mostre fotografiche". L’ultimo saluto a Guidugli si terrà oggi con la partenza della salma dalla chiesina della Misericordia in via Mazzini, vicino alla sua abitazione, e i funerali alle 15.30 in Duomo.