Duplice tragedia al Rally di Lucca. L’accusa chiede undici condanne

Il pm Leone: "Responsabilità per equipaggi e addetti alla sicurezza"

Valerio Catelani e Daniela Bertoneri

Valerio Catelani e Daniela Bertoneri

Lucca, 20 aprile 2018 - L’accusa chiede 11 condanne al processo per la tragedia al rally «Coppa Città di Lucca» avvenuta il 22 luglio 2012 a Sant’Ilario di Brancoli in cui persero la vita Valerio Catelani e Daniela Bertoneri, 37 e 34 anni, pilota e navigatore versiliesi morti asfissiati e poi carbonizzati dopo il pauroso incidente notturno a bordo della loro Peugeot.  Ieri davanti al giudice Stefano Billet il pm Elena Leone ha tenuto per circa due ore la sua requisitoria. Secondo l’accusa, non fu soltanto una tragica fatalità legata ai normali rischi di una gara di questo tipo: piloti, navigatori e addetti alla sicurezza sono responsabili a vario titolo di reati che vanno dall’omissione di soccorso aggravata al concorso in omicidio colposo.    Chiesti 1 anno e 8 mesi di reclusione per omissione di soccorso a carico di alcuni equipaggi: Giuseppe Iacomini e Davide Cozzani (di Lerici e La Spezia) in gara su una Subaru Impreza, poi Iacopo Giannecchini (di Massarosa), su Renault Clio e David Castiglioni (navigatore di Porcari) sempre su Clio. Avrebbero omesso di fermarsi e di prestare assistenza all’equipaggio protagonista del pauroso incidente, nonché di darne immediato avviso alla postazione radio successiva. Più pesanti invece le contestazioni al responsabile della sicurezza del rally lucchese, Mauro Scarpellini: chiesti 2 anni e 6 mesi di reclusione per omicidio colposo. Stessa contestazione anche ai membri degli equipaggi apripista addetti alla supervisione del percorso per i quali il pm Leone ha chiesto 1 anno e 4 mesi di reclusione: i lucchesi Luca Gelli, Massimo Simi, Luca Ciucci e Gianluca Simonetti, di Bruno Togni (pontederese abitante ad Altopascio), Danilo Meazzini di Pieve Santo Stefano (Arezzo). Per l’accusa, non segnalarono il precedente sfondamento di un muretto di protezione in curva da parte di un altro equipaggio e proprio in quel punto uscirono di strada, ribaltandosi, Catelani e Bertoneri: la loro auto rimase rovesciata e prese fuoco, trasformandosi in una intrappola mortale.    Il processo è stato aggiornato dal giudice Billet al 10 maggio per gli interventi delle parti civili, mentre sono state fissate altre due udienze per le arringhe della difesa: 17 e 30 maggio, quando è attesa, almeno in teoria, anche la sentenza. Nella sua requisitoria, il pm Elena Leone ha sottolineato che in questa tragedia ci sono state «condotte omissive punibili», a causa di «obblighi che purtroppo non sono stati ottemperati». «Il rally - ha sottolineato il pubblico ministero – è uno sport pericoloso, ma non per questo merita una tutela minore. E’ un’attività sportiva il cui rischio è autorizzato e impone specifiche regole di sicurezza. Questo non è un procedimento indiziario, fatto di teorie o supposizioni, ma un procedimento che si muove negli argini di un’oggettiva e solida struttura probatoria, costituita da testimionianze, filmati e dati tecnici inconfutabili».