Smantellato maxi traffico di droga. Anche sesso in cambio della cocaina

La banda era capace di distribuire la cocaina ai vari spacciatori al dettaglio, che poi la rivendevano nei boschi e nelle pinete della Lucchesia e di Follonica

Spaccio di droga

Spaccio di droga

Lucca, 3 marzo 2018 - I carabinieri di Lucca hanno eseguito sei misure cautelari, di cui un'ordinanza di custodia in carcere nei confronti di un marocchino e 5 divieti di dimora nella provincia di Lucca a carico di altrettanti indagati, sempre di origine marocchina, emesse dal gip del tribunale di Lucca Antonia Aracri.

L'indagine, iniziata nel settembre 2016 e convenzionalmente denominata Wood, è stata condotta dal nucleo investigativo dell'Arma e ha permesso di individuare una delle principali organizzazioni criminali operanti nello spaccio, sicuramente la più importante di matrice marocchina. La banda era capace di distribuire la cocaina ai vari spacciatori al dettaglio, che poi la rivendevano nei boschi e nelle pinete della Lucchesia e di Follonica (Grosseto).

Tra i clienti anche alcune donne ricevevano cocaina in cambio di prestazioni sessuali. Una struttura piramidale con al vertice i componenti di una famiglia, sempre di origine marocchina, residente a Pescia ( Pistoia), capace di acquistare partite di cocaina all'ingrosso (in quantitativi di 2/3 Kg per volta) e di cederla (in quantitativi di 200/300 gr per volta) per la successiva vendita al dettaglio, quasi tutti non in regola con le norme sul soggiorno e con precedenti specifici in materia di stupefacenti.

La banda era ben organizzata anche per quanto riguarda il trasferimento del denaro provento dell'attività di spaccio (dall'Italia al Marocco), effettuato attraverso l'intermediazione di banche Franco-marocchine o con i consueti sistemi di trasferimento di denaro con money transfer. In precedenza erano state denunciate 13 persone, di cui 2 arrestate per spaccio e uno perchè in possesso di documenti falsi. Tre erano già state sottoposte alla misura di divieto di dimora mentre 80 persone erano state identificate, tra acquirenti e consumatori. Un altro marocchino, che doveva scontare una condanna, era stato arrestato nei mesi scorsi a Milano.