Minacce, botte e l'ultima trappola. Le amiche inascoltate: "Denuncialo" / FOTO

La 46enne ha accettato di incontrarlo. "Capirà che tra noi è finita"

Pasquale Russo e Vania Vannucchi

Pasquale Russo e Vania Vannucchi

Lucca, 3 agosto 2016 - «Vai a denunciarlo...», le suggerivano gli amici più intimi. Ma Vania Vannucchi, 46enne operatrice sociosanitaria, separata e con due figli, non si era mai decisa a mettere a verbale le gravi minacce e gli schiaffi che Pasquale, l’ex collega con il quale aveva avuto una storia, le elargiva da tempo. Era convinta che prima o poi lui si sarebbe arreso alla fine della loro relazione. L’aveva confidato anche all’ex marito, carabiniere. Ma si sbagliava di grosso. Come tante donne prima di lei, purtroppo. Troppo tardi. Lui, Pasquale Russo, 46 anni di Segromigno in Monte, Lucca, padre di tre figli, è stato arrestato ieri dalla polizia che è giunta a casa sua un quarto d’ora dopo l’aggressione choc che l’ha trasformata in una torcia umana. È un dipendente della Manutencoop, cooperativa che si occupa di servizi per conto dell’Asl di Lucca. Ha provato a negare anche l’evidenza.

«Sono appena arrivato a casa dal lavoro. Cosa è successo, che volete da me? Io non ne so nulla. Questa bruciatura al braccio? Me la sono procurata per affari miei...». Aveva appena lavato in fretta e furia la tuta da lavoro. Nel garage, dove aveva parcheggiato lo scooter, una forte puzza di benzina. Più tardi in questura, assistito dal suo avvocato Gianfelice Cesaretti, dopo un interrogatorio si è visto notificare dal pm Piero Capizzoto un provvedimento di arresto per tentato omicidio, aggravato dall’ipotesi della premeditazione. Di fatto fino a pochi mesi fa i due erano colleghi, lavoravano a stretto contatto per l’ospedale San Luca. Tra loro c’era stata una storia passionale, che però lei aveva deciso di troncare. Lui non si era rassegnato e secondo alcuni colleghi aveva continuato ad assillarla, arrivando anche a minacciarla pesantemente e a picchiarla. Lei, con due figli di 21 e 17 anni, stava cercando di rifarsi una vita tranquilla, aveva anche cambiato ambiente di lavoro e non voleva più saperne di quell’uomo violento e possessivo.

Una donna di carattere e coraggiosa, Vania, figlia di Alvaro Vannucchi, storico massaggiatore della Lucchese. Pochi anni fa era stata colpita da una malattia che era però riuscita a superare bene. Un periodo difficile che sembrava ormai alle spalle. Ma il passato sembrava tormentarla di nuovo. Lui insisteva per vederla. Era assillante e minaccioso. Così lei ha accettato ieri l’ennesimo incontro chiarificatore, in una zona appartata vicino al magazzino dell’Asl, a cento metri dalla sua abitazione. Ma era una trappola. Lui, dopo aver capito che era davvero finita, ha perso la testa e ha deciso di fargliela pagare. Ha preso una bottiglia piena di benzina e gliel’ha rovesciata addosso, trasformandola in una torcia umana. Poi è fuggito in scooter. «Continuava a bruciare e non riuscivamo a spegnerla, nonostante l’acqua che le gettavamo addosso». Racconta sconvolto Ezio Lucignani, operatore dell’ex ospedale Campo di Marte di Lucca, tra i primi a soccorrere Vania. L’ha vista a terra disperata, gli abiti e i capelli divorati dalle fiamme. E lei che gridava: «È stato Pasquale, è stato Pasquale...». «Una scena horror – racconta anche Riccardo Giorgi, uno degli addetti alla sicurezza attirato dalle grida d’aiuto – di quelle che si vedono solo nei film. Aveva la faccia a terra e le braccia, consumate dalle fiamme, sembravano di plastica... Gli operatori del 118 erano in difficoltà». Già, una scena horror. Una replica, purtroppo, dello stesso sconvolgente film.

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