"Don Glaentzer in carcere". La petizione vola sopra le 26mila firme

Parla l’ideatore: "Un risultato eccezionale"

Il parroco Paolo Glaentzer

Il parroco Paolo Glaentzer

Lucca, 7 settembre 2018 - Nonostante l’attenzione mediatica sembri essersi sopita, in realtà è ancora presente forte indignazione tra i cittadini e non solo tra quelli del comune di Bagni di Lucca. La dimostrazione è la quasi incredibile ascesa della petizione contro il soggiorno ai domiciliari di don Paolo Glaentzer creata dal pratese Massimiliano Vintaloro subito dopo la diffusione della notizia del suo arresto. Un passaggio di firme vertiginoso che non sembra attenuarsi; da quasi 500 a 900, mentre l’ultimo dato aggiornato a ieri sera segna più 28.600 firme all’attivo.

Un fenomeno che, partito in sordina ha dapprima trovato l’appoggio degli abitanti del Comune e della relativa provincia di riferimento e ha poi preso il volo trasformandosi in una questione nazionale. «Questo risultato eccellente – commenta Massimiliano Vintaloro con soddisfazione e anche un po’ di incredulità – significa che se si vuole e ci si crede si possono smuovere le coscienze, anche quelle più difficili da coinvolgere». 

«Il numero di firme è molto importante perché con la petizione si arriva direttamente ai vertici delle Istituzioni e ogni firma è nuova forza che si aggiunge alla potenza dell’intervento. Chiaramente spetterà poi al ministro di Grazia e Giustizia, Alfonso Bonafede, al quale è indirizzata l’operazione, prendere in considerazione questo caso, affinché venga accolta la richiesta presentata dalla Procura di incarcerazione dell’imputato. Il numero di voci che la sta chiedendo inciderà molto sull’attenzione che questa riceverà e sull’esito finale». «L’importante è – prosegue – che si continui a firmare e che sia chiaro il messaggio: chi commette questi atti deve scontare la pena prevista dalle legge, senza attenuanti derivate dall’età o dal ruolo che riveste». 

Massimiliano Vintaloro, che si occupa di teatro con la sua Associazione Culturale Teatro delle Muse, non è nuovo a questo genere di interventismo su progetti sociali di particolare rilevanza e già una sua petizione incentrata su episodi di maltrattamento agli anziani ebbe qualche tempo fa una forte eco mediatica. Ha appena creato una rete di collaborazioni che si chiama Asco Network , Associazioni in Collaborazione, con lo scopo di unire più realtà associative e anche semplici cittadini che vogliono proporre progetti da poter realizzare unendo le forze, per migliorare le città, i quartieri e le comunità in generale.