"Disastro Apuane", un esposto alla Procura

"Al passo della Focolaccia sono stati commessi reati penali" è la denuncia dell’associazione che chiede al Tribunale di indagare

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Torna all’azione l’organizzazione di volontariato "Apuane Libere" con un esposto inviato ieri alla Procura del Tribunale di Lucca, dove si chiede di verificare i colpevoli del tremendo disastro paesaggistico ed ecologico commesso sulla famosa sella glaciale a cavallo tra le province di Lucca e di Massa-Carrara. L’associazione Apuane libere ha, dunque, denunciato alla magistratura quello che ritengono essere un gravissimo danno ambientale consumato sulla catena montuosa delle Alpi Apuane, al Passo della Focolaccia.

Siamo a 1650m di altitudine e ricadente nei territori dei comuni di Minucciano e di Massa, dove "la cava di marmo di Piastramarina ha tagliato la cresta che univa il monte Cavallo al monte Tambura cancellando il valico stesso che ora risulta abbassato di oltre 90 metri", spiegano dal tritone apuano. Ricordano, inoltre, che "dal luglio del 1959 che questa attività estrattiva ha iniziato ad alterare irreversibilmente le condizioni originarie dello spartiacque principale delle Alpi Apuane, tagliando di netto moltissime cavità carsiche ed allacciandosi abusivamente alle già risicate polle d’acqua presenti, per poter affettare la preziosa lente marmorea presente".

"Esiste la seria possibilità - argomenta il presidente di Apuane Libere, Gianluca Briccolani - che il sito estrattivo di Piastramarina, visto che è stata tagliata e abbassata di parecchi metri questa vera e propria barriera naturale che divide due ambienti diversi, abbia inciso e possa ancora incidere sul micro clima della zona: è per questo che abbiamo scritto al neo procuratore di Lucca Domenico Manzione. Persino la legislazione regionale Toscana stabilisce che le modifiche morfologiche introdotte dalla coltivazione del marmo non devono alterare le linee di crinale e di vetta.

Questa zona – continua il presidente - è tutta sottoposta a vincolo paesaggistico, e già una sentenza della corte costituzionale, la1052008, ha sancito che in caso di contrasto tra bene economico e quello paesaggistico è quest’ultimo a dover prevalere. Chiediamo che questa attività estrattiva venga fermata immediatamente e quell’esiguo numero di posti di lavoro vengano riciclati attraverso la valorizzazione delle ricchezze ambientali paesaggistiche e culturali che queste montagne possiedono, come nel Parco delle Alpi Apuane, fornendo nuove opportunità di lavoro più dignitose e meno pericolose, riuscendo a conciliare il bene economico con la tutela dell’ambiente".

Fio. Co.