Rinviata all’8 marzo la discussione, e quindi probabilmente la sentenza, del processo nei confronti di Fabio Picciolo, il 58enne barghigiano, ex dipendente comunale, imputato dell’omicidio volontario di Ursula Turri, la 49enne che il 21 novembre 2019 fu trovata morta sul letto nel suo appartamento in via della Fontana a Barga. L’udienza era stata fissata per la giornata di ieri, ma è tutto rimandato di oltre un mese. Si ritorna in aula l’8 marzo, una data simbolica (è la giornata internazionale della donna) che in questo caso assume un sapore anche amaro. Nell’ultima udienza, di fronte al gup Simone Silvestri, erano stati sentiti i vari consulenti delle parti, in un confronto su quelli che sono i nodi principali del processo: la causa del decesso e il dna. Sul corpo della 49enne era stato trovato il dna di altri due profili, sconosciuti, oltre a quelle, rilevate dai Ris di Roma, di Fabio Picciolo, che aveva una relazione con la donna da alcuni anni. In quell’occasione era stata confermata dal medico legale incaricato dalla Procura, Stefano Pierotti, la causa del decesso: non è stata una morte naturale, nè dovuta all’assunzione di stupefacenti, Ursula Turri è stata uccisa, soffocata con un cuscino.