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Dante Unti spenge 104 candeline: "Voglio tornare al Porta Elisa"

Dante Unti, 104 anni, di Porcari, desidera tornare allo stadio Porta Elisa per tifare per la sua squadra del cuore, la Lucchese. Ha vissuto la guerra e la deportazione in campi di lavoro forzato, ma è riuscito a sopravvivere e a tornare a casa. Una storia di vita che merita di essere raccontata.

Dante Unti spenge 104 candeline: "Voglio tornare al Porta Elisa"

La sua vita sarebbe perfetta per una fiction anche se su di lui sono stati scritti libri. Ne ha vissute di storie Dante Unti, di Porcari che ieri, 9 novembre, ha compiuto la veneranda età di 104 anni. E questa già rappresenta una bellissima notizia. Con la torta di fronte, con il sindaco Leonardo Fornaciari seduto accanto a lui, ha espresso il classico desiderio. Ritornare a allo stadio Porta Elisa a vedere la sua amata Lucchese, dopo esserci stato qualche anno fa. Dante ha avuto la possibilità di ammirare la sua squadra del cuore negli otto campionati di serie A che la Pantera ha disputato nell’immediato secondo Dopoguerra, un periodo in cui per l’anziano era cominciata una nuova vita, dopo le sofferenze subite. Per tutti è il sarto di Rughi, la frazione di origine. Fu strappato al suo lavoro dalla chiamata alla leva obbligatoria nel 1939, coinvolto nel conflitto in Jugoslavia dopo l’inizio della seconda guerra mondiale nei contingenti che si ribellarono anche militarmente ai tedeschi tra l’otto e il dodici settembre 1943 a Ragusa (Dubrovnik), dove fu fatto prigioniero.

Fu poi internato nel campo di lavoro di Stablack, a Kaliningrad. Furono circa trentamila quelli come lui deportati da quella zona della Jugoslavia nei campi di lavoro forzato. Riuscì a sopravvivere e a tornare a casa alla fine della seconda guerra mondiale. Per uno che ha superato tutto ciò, rimettere piede allo stadio, pur con le dovute cautele, non dovrebbe rappresentare una difficoltà. Per tifare per la sua squadra, con la maglia a strisce rossonere.

Ma.Ste.