Covid, ferie e 70 letti che mancano Così il San Luca si è ridotto all’osso

Il consigliere delegato alla sanità Di Vito: "Occorre restituire dignità sia al paziente che agli operatori in sanità "

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Emergenza Covid, ferie, personale e letti che scarseggiano. Un mix micidiale per l’ospedale San Luca, e non solo. “Siamo ben consapevoli di tutto ciò al punto che, insediati come amministrazione il 14 luglio, il 21 abbiamo subito convocato un incontro sul problema, incontro a cui purtroppo l’azienda sanitaria non ha partecipato – così Alessandro Di Vito, consigliere comunale con delega alla sanità – Al San Luca sono 70 i posti letto che mancano all’appello sin dal primo momento, è il peccato originale di questo ospedale, come sempre hanno denunciato i comitati. Questo crea una situazione di “tappo“ con attese al moltiplicatore al pronto soccorso“.

“In più – spiega Di Vito – c’è la questione Covid, a cui è necessario dedicare 40-50 letti. La gravità dei degenti è spesso legata ad altre patologie, ma si tratta comunque di persone che devono essere isolate“.

Il pronto soccorso rischia così di diventare un grande parcheggio dove il tempo si ferma nella ragnatela delle attese.

“Occorre restituire dignità sia al paziente che agli operatori in sanità – sottolinea Di Vito –, è un’operazione che stiamo cercando di fare sin dal primo giorno. Quindici barellati in attesa per ore al pronto soccorso non sono una situazione accettabile“. Il consigliere Di Vito era al corrente dell’ultimo clamoroso caso, quello del signor Remo Noccioli, 80 anni e gli ultimi tre giorni trascorsi nel limbo, o meglio nell’inferno, dei corridoi del pronto soccorso.

“Sono stato contattato dalla figlia, ben vengano le segnalazioni dei cittadini che ci indicano le problematiche e ci stimolano nella direzione giusta. Non ci possiamo fermare“.

Situazione precipitata negli ultimi giorni, con gli accessi al pronto soccorso che si sono moltiplicati a causa dei malori da caldo. Sul piatto della bilancia anche la carenza di personale, su cui i sindacati stanno facendo guerra da settimane, mesi. Il presidente dell’Ordine dei medici, Umberto Quiriconi, nei giorni scorsi ha incontrato il Prefetto per illustrare le criticità parlando senza mezzi termini di “generale drammatica carenza di personale sanitario, medico e non, in seno al servizio sanitario nazionale e regionale legato principalmente ad errori di programmazione avvenuti in passato nella predisposizione dei processi formativi dei professionisti, ma anche alle scarse prospettive di crescita professionale, a stipendi cinque-sei volte inferiori alla media europea e a condizioni di lavoro impossibili“. Risultato: mille medici ogni anno scelgono la fuga all’estero, altri si dimettono dal San Luca, 4- 5 negli ultimi anni, in qualche caso per “burn out“.

Laura Sartini