Così ti reinvento il pub sulla porta di casa

L’Ottavo Nano si riconverte alle consegne a domicilio: spesa e piatti in motorino. "Guadagniamo pochissimo, lo facciamo per la città"

I due gestori

I due gestori

Lucca, 31 marzo 2020 - Da pub - panini musica e birra - a servizio per le famiglie costrette a casa. L’Ottavo Nano si reinventa, e dopo una partenza con il freno a mano tirato e una bella dose di demoralizzazione, ora ci crede di più. "Alla fine della prima settimana di servizio a domicilio sinceramente volevamo chiuderla lì – confessa il titolare (anche del locale Lebowski in piazza san Michele), Luca Lazzareschi -. E’ faticoso, dispendioso in tempo e energie, e se non c’è ritorno è inutile. Gli ordini scarseggiavano, gli incassi erano un piangere. Poi invece la settimana scorsa ha preso un altro ritmo. Nessun guadagno stratosferico, sia chiaro. E’ una miseria, ma serve a tirare a campare e non è poco in questo momento. E poi in questo modo si può tener viva l’attività senza far ricorso alla cassa integrazione per i dipendenti". ‘Viaggiano’ sui motorini, negli appositi contenitori termici, pizza e panini con patate fritte, e non solo nell’immediata periferia. "Il passavoce ci sta regalando qualche piccola soddisfazione, forse ora la gente ha voglia di regalarsi un momento rinfrancante, in qualche modo evasivo – spiega Luca - . Facebook ci aiuta, è lì che i clienti trovano menù e contatti. Vanno quasi di più i panini che la pizza, tra i più richiesti il ‘Cipollato’ e l’Ottavo Nano. Consegniamo in centro storico ma anche fino a Capannori, Porcari, Monsagrati, Ponte a Moriano. Per le queste destinazioni più lontane chiediamo, se possibile, il preavviso di un giorno per organizzarci, ma comunque non mettiamo sovrapprezzi, chiediamo solo un ordine minimo di 15 euro". La consegna avviene in modalità assolutamente ‘a distanza’. "Mascherina e guanti d’ordinanza, ovviamente, ma anche l’attenzione a scambiarsi il cartoccio con l’ordine e i soldi su un piano d’appoggio, senza avere contatti. Può essere anche una sedia lasciata appositamente fuori casa, o il cofano dell’auto. E’ bello anche solo poter far qualcosa anche se lo stipendio io e il mio socio, che organizziamo e facciamo anche da fattorini, in questo momento ce lo dobbiamo scordare. Si fa per tener viva l’attività, sperando che il periodo sia breve". A togliere energie sono gli affitti che restano stellari oltre ai mille balzelli ancora in ottima salute. "Francamente credo che i titolari dei fondi si dovrebbero mettere una mano sulla coscienza e calare le pretese. In questo momento non è pensabile affrontare affitti che viaggiano sui 6mila euro con le attività chiuse – sottolinea Luca Lazzareschi-. E poi si aggiungono le bollette, i fornitori da pagare, gli anticipi sulle tasse sulla base degli incassi dell’anno precedente, quando ancora il problema non c’era. Senza misure lenitive le attività non ce la possono fare neanche con tutta la buona volontà e l’ottimismo di questo mondo". Laura Sartini © RIPRODUZIONE RISERVATA