Energia e materie prime alle stelle. Un 'calvario' anche per le famiglie

Anche le utenze domestiche pagano un salasso enorme per la crisi energetica mondiale. L’avvocato Focosi (Unione consumatori ): "Costi triplicati e non basta cambiare il gestore"

Il caro energia mette in ginocchio le imprese e anche le famiglie

Il caro energia mette in ginocchio le imprese e anche le famiglie

Lucca, 26 gennaio 2022 - Se le aziende piangono rispetto all’aumento del costo dell’energia elettrica, le famiglie non ridono. La mannaia sui costi dell’energia non risparmia nessuno: ovvio pensare a quanto, i rincari di luce e gas, possono incidere sul bilancio dei nuclei familiari. Magari quelli monoreddito. O anche nei confronti di chi già stentava fino a poco tempo fa, ad arrivare alla fine del mese. Un quadro impietoso che, al momento, nonostante un primo stanziamento del Governo vista la lievitazione dei costi delle bollette, non sembra trovare una soluzione. "All’inizio si rivolgevano a noi le famiglie che temevano che la bolletta di luce o gas contenesse errori o magari si trattasse di raggiri – afferma l’avvocato Gabriele Focosi che a Lucca rappresenta l’Unione consumatori toscani – ma non si tratta di questo; il problema è generale e incide sul costo del singolo kWh o del metro cubo per il gas; dal 1° gennaio – prosegue il legale – il costo è triplicato e non si risolve certamente cambiando il gestore".  

Naturalmente, in quest’ottica, coloro i quali risultano maggiormente penalizzati, sono i cittadini che abitano in un condominio. "In certi casi – prosegue il consulente dell’Unione consumatori toscani – chi abita in un palazzo dove non è possibile sostituire o integrare l’impianto termico con altre fonti di calore, il costo è inevitabile, con immaginabili difficoltà sulla spesa di ogni singolo nucleo abitativo". L’aumento, dunque, sembra essere destinato a rimanere in primo piano; né a oggi è possibile immaginare, attraverso quali strategie politiche reali, il prezzo di luce e gas possa rientrare in un alveo di quasi normalità. Ma c’è di più. Anche altri prodotti alternativi, quali legname e pellet, non sono rimasti esclusi dalla lievitazione dei prezzi. A confermarcelo il titolare dell’azienda “Legna e dintorni” Massimo Del Frate.  

«Il legname, dunque anche quello utilizzato ad esempio da pizzerie per alimentare il forno – sottolinea l’imprenditore – è passato dai 13,50 – 14 euro il quintale a 17 euro; e dalle nostre parti siamo fortunati perché abbiamo la Garfagnana, in altre provincie il costo è anche maggiore". Non va meglio per il pellet, combustibile che vede, tra l’altro, l’Italia, tra i primi consumatori. «Un sacco da 15 chilogrammi – prosegue Del Frate – è aumentato dall’inizio dell’anno di ben 40 centesimi: vuol dire, per fare un esempio, che su una spesa complessiva di circa 400 euro annui, se prima dell’aumento il cliente riusciva ad acquistarne circa 80 sacchi, adesso, può arrivare a 72". E infine c’è l’aspetto di queste piccole aziende che vendono legname, che per colpa della crisi, rischiano seriamente di andare a picco. Naturalmente, in questo caso non essendo l’Italia un Paese produttore bensì consumatore, la lievitazione dei costi deriva dall’aumento dovuto ai trasporti. Nell’attuale scenario geopolitico, si inseriscono anche le tensioni tra Russia ed Ucraina, dove l’Europa vede afferire circa il 40% del gas proprio dalla Russia: e lo spettro di sanzioni da parte della Nato, con l’incubo di azioni belligeranti, avrebbe un impatto negativo sull’Europa e quindi sull’Italia, che risulterebbe penalizzante per i rifornimenti.  

Maurizio Guccione