Corruzione per le protesi, il commerciale chiede al giudice di patteggiare

Udienza davanti al gup. I medici e la clinica. negano ogni accusa

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Una richiesta di patteggiamento in continuazione e altre nove di non luogo a procedere da parte dei legali degli indagati sull’inchiesta per corruzione sulla commercializzazione delle protesi a marchio Ceraver nella clinica Barbantini di Lucca. E’ questo l’esito dei due giorni di ascolto delle parti in causa da parte del gup del tribunale di Lucca. L’inchiesta era nata a ottobre 2019 quando le Fiamme gialle si erano concentrate sui legami di una società romagnola che si occupava della commercializzazione in Italia delle protesi a marchio francese Ceraver e la clinica Barbantini di Lucca. Per le indagini, la società romagnola in cambio dell’utilizzo di protesi Ceraver, avrebbe indotto medici ortopedici del Lazio a eseguire interventi nei confronti di pazienti laziali, presso la clinica lucchese. Gli interventi, essendo ad alta complessità, potevano gravare sul bilancio della Regione Toscana.

Nel mirino della Procura era finito Denis Panico, responsabile commerciale in Italia dell’azienda francese delle protesi Ceraver. Panico il 17 giugno scorso di fronte al gup di Monza, aveva patteggiato 2 anni e 8 mesi per lo stesso tipo di reato. I suoi legali hanno chiesto quindi che il gup del tribunale di Lucca applichi un patteggiamento “in continuazione“ di quel reato. Gli altri indagati, tra cui i tre vertici della società francese Ceraver e altri sei medici tra cui il rappresentante legale della clinica Barbantini, hanno chiesto l’applicazione del non luogo a procedere. La linea difensiva: la clinica risponde al principio della libera iniziativa economica e non avrebbe utilizzato solo protesi Ceraver, ma anche altri marchi, mentre i medici sarebbero stati in regime di libera professione e dunque la scelta delle protesi e i rapporti con l’azienda sarebbero stati una prassi del tutto regolare. La prossima udienza si terrà a settembre.