’Convertiti a mensa Ma così non si vive’

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La Cantina di Carignano diventa mensa aziendale in epoca Covid. “E’ una soluzione che abbiamo adottato per tentare di sopravvivere – dice Paolo Monti che da 11 anni gestisce lo storico locale che ha visto l’alba circa un secolo fa – . Con l’asporto si faceva pochissimo così ci siamo convertiti a mensa aziendale, con 80 posti distanziati anzichè i 180 della “tradizione“. Proponiamo un menù da 12 euro, con ampia scelta tra primi e secondi di terra o pesce, in più acqua vino e caffè compresi. Un po’ di risposta c’è ma non si può andare avanti così“. I tordelli, il classico cinghiale, la zuppa alla frantoiaia, i piatti re del menù della Cantina, aiutano. Ma non possono far miracoli. “Non si può andare avanti così, ci devono far aprire e basta – sottolinea Paolo Monti –. In Svezia non hanno mai chiuso eppure in proporzione hanno meno contagi di noi. Se ci impongono ancora la chiusura qui inizierà a morire anche chi sta bene: ci stanno uccidendo“. Anche la scelta di convertirsi a mensa è un’ancora di salvezza dalle potenzialità ancora tutte da testare sul campo: alcune aziende rispondono ma, ad esempio, non può aderire chiunque: sono esclusi i titolari di partita Iva, i liberi professionisti. “Sì fa perchè non ci sono altre possibilità c’è poco da dire. L’unico modo, e senza farci più attendere, è quello di permetterci di lavorare“. Un appello disperato a cui dà voce il titolare del Ristorante la Cantina di Carignano e che è il monito di tutta una categoria distrutta dai colpi di una pandemia con restrizioni senza fine.

L.S.