Il concerto con danza della merla, colpi di becco su canna fumaria / VIDEO

Mentre allestisce il nido, l'animale esegue il suo ritmato spartito, zampettando. Musica e danza richiamano un merlo. Magia primaverile nella campagna lucchese

La merla in una pausa delle percussioni sonore

La merla in una pausa delle percussioni sonore

Lucca, 27 marzo 2021 - Agli inizi, a Carlo Simonetti, musicista di Valdottavo, sembrava che fosse il vento a provocare insoliti battiti dentro la sua canna fumaria. Ma erano troppo ben cadenzati, con scariche e rallentamenti che nessun movimento d’aria poteva provocare. Poi, ogni volta che usciva all'esterno, calava il silenzio. Preoccupato, non gli restava che appostarsi per meglio capire. Munito di telefono cellulare impostato sulla videoripresa, si è celato dietro degli arbusti. D’improvviso, da un pertugio del muro, laterale alla fumaria, ha visto sbucare una merla che, con ritmo e veemenza, ha cominciato a martellare col becco il lucido del tubo. Lo faceva con spostamenti rapidi di zampe, abbinandoli ai movimenti del rostro come eseguisse lo spartito di una musica che solo lei vedeva.

I suoi occhi erano infatti lucidi, quasi lapilli propri di chi non può concedersi distrazioni. Instancabile, e con continue e fantasiose variazioni, la merla, peraltro anche un bell’esemplare, non mollava un istante. Cessava solo a sera, al momento del tramonto, nell’istante in cui l’ultimo raggio si spengeva sul crinale del monte. Avrebbe ricominciato col primo chiarore dell’alba. Ma ogni giorno in maniera sempre nuova, ossia con tonalità musicali inaspettate degne dell’estro di un compositore umano.

Intanto Carlo aveva anche scoperto che insieme a lui c’era un altro spettatore: un grosso e nero merlo, dal becco così giallo da sembrare fosforescente il quale, rapido e leggero, volava dove si trovava la sua compagna che, sfioratolo qualche istante con la testa come avesse voluto comunicargli qualcosa di importante, si innalzava in volo, sparendo tra gli alberi della boscaglia, salvo ritornare poco dopo e subito, mentre il maschio si allontanava, lei riprendeva a danzare tra le note. Tra le sue note che, nonostante siano provocate dall’urto contro il metallo, non sono aggressive, bensì morbide e contenute da un ritmo che bene le assembla.

Primavera davvero insolita, a casa di Carlo, un angolo di Valdottavo aperto sul bosco e nei pressi di un torrente che evoca la poesia Rio Bo di Aldo Palazzeschi. L’aspetto che ancora stupisce di questa storia, è che Carlo da un mese, chiuso nello scantinato studia batteria sprigionando un certo frastuono. Al quale, o per imitazione o per protesta, sembra essersi unita la merla che, nel pertugio del muro accanto alla fumaria, sta allestendo il nido. Un nido canoro.