"Clima, pandemia e guerra le crisi che minano il futuro"

L’uomo sta vivendo suo malgrado l’esperienza di adattamento a una pluralità di minacce e devastazioni che mettono in discussione la sua stessa vita e salute

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di Francesco Bovenzi *

Due anni fa l’inizio della pandemia ha cambiato il volto del mondo costringendo per prima l’Italia e poi tanti paesi ad adottare misure da tempi di guerra con chiusura dei confini e diffusi lockdown. La domanda che molti si pongono è quando la società tornerà pienamente ai modelli di comportamento prepandemici. In verità, la scienza non può prevedere quali altre varianti del coronavirus emergeranno e quale potrà essere la traiettoria della pandemia, certamente non lineare come dimostra la sommessa recrudescenza di questi ultimi giorni. Gradualmente la maggior parte delle persone percepirà il Covid-19 come un rumore di fondo, un rischio presente simile all’influenza, ma non potrà esistere un solo momento in cui la nostra vita sociale tornerà d’improvviso alla normalità.

L’ottimismo generato in Europa dai vaccini per contrastare la pandemia è stato cancellato in poco più di un mese dal nefasto presagio per il destino del popolo ucraino travolto dalla follia di un uomo che invadendo uno Stato indipendente ha seminato odio e morte, distrutto famiglie e culture che rifiutano i modelli sovietici riportandoci indietro negli scenari da guerra fredda. Le cruente battaglie combattute ai confini dell’Europa lanciano una minaccia esistenziale che genera in noi sentimenti di angoscia, nuovi disagi, insicurezza alla vista dei massacri e di circa 4 milioni di ucraini logorati che fuggono verso la Polonia in cerca di sicurezza. Migliaia di anziani, donne e bambini senza casa, profughi dagli orrori della guerra vivono il più grande esodo dal novecento in cerca di protezione e aiuto. Anche Lucca con la sua antica vocazione ai valori dell’ospitalità, della solidarietà e della pace, tra le prime città in Italia sta accogliendo, integrando e assistendo i crescenti profughi con una capillare organizzazione che coinvolge l’intera provincia. La catena lucchese delle donazioni di beni di prima necessità, denaro e farmaci è partita spontanea e non si arresta grazie al buon cuore e alla disponibilità di tanti privati cittadini, della diocesi, aziende, enti, istituzioni e associazioni. Se la pandemia in due anni ha cambiato il mondo, oggi la guerra lo sta stravolgendo a cominciare dall’Europa.

È inevitabile che un’aggressione di così ampia portata che sta uccidendo migliaia di persone e materializzando milioni di esuli catturi la nostra preoccupazione, sotto la veste di una sfida immediata da vincere con l’unità del fondamento europeo. Nel corso della pandemia la guerra è stata spesso utilizzata come metafora che identificava il virus come nostro nemico da combattere, le tattiche per contrastarlo, gli eroi identificati nel personale sanitario e nel volontariato, il fronte interno fatto da chi restava rinchiuso in casa per sopravvivere come protetto in un rifugio, le scuole chiuse, la crisi dei sistemi sanitari, l’indebolimento delle economie e dei flussi finanziari mondiali. Una cascata di eventi imprevedibili ha travolto l’uomo moderno che pensava di avere il controllo totale del suo futuro, ma che all’improvviso sta vivendo suo malgrado l’esperienza di adattamento ad una pluralità di minacce e devastazioni che mettono in discussione la sua stessa vita e salute: la pandemia, le guerre, l’onnipresente crisi climatica. L’inferno ucraino con le immagini terribili di distruzioni e violenza sulla povera gente ha sostituito negli spazi della comunicazione l’emergenza pandemica. In pochi mesi il mondo non riesce più a guardare orgoglioso al futuro della sua gente, si ritrova spogliato delle sue certezze. Tutto è diventato improvvisamente possibile, nulla improbabile come la paura dell’utilizzo di armi non convenzionali, nucleari, batteriologiche e chimiche. La dimensione sociale della crisi scatenata dalla guerra richiede grande solidarietà da parte di tutti, azioni comuni, responsabilità, cooperazione, diplomazia che non riusciamo a coniugare per la prepotenza di tattiche geopolitiche, nuovi interessi economici e finanziari, vecchi rancori religiosi, accaparramento di risorse energetiche, conquista di sbocchi sul mare, armamenti, narrazioni di potere e mire espansionistiche.

L’umanità si trova oggi ad un bivio per salvaguardare il suo futuro di civiltà e di progresso. Il primo passo deciso sarà verso la salvaguardia della libertà, delle democrazie e della pace, contro ogni barbarie e guerra. Purtroppo, le tragedie umanitarie non si fermano qui vanno oltre quell’orizzonte oscuro che oggi è popolato di contagi virali e bombe. Nei prossimi anni faremo i conti con l’emergenza dei cambiamenti climatici e dell’inquinamento atmosferico responsabili di gravissimi danni alla salute. Quest’anno dal 7 al 9 luglio nell’Auditorium di San Francesco, in occasione di CardioLucca, daremo ampio spazio scientifico all’emergenza pandemica Covid-19, inoltre, con il contributo di idee delle nostre massime istituzioni tratteremo per primi le principali crisi esistenziali e sociali che minacciano la salute, la pace e il futuro dell’umanità.

* direttore di Cardiologia

ed Emodinamica

dell’ospedale San Luca