Morto per una reazione allergica, risarcimento milionario ai familiari

Morì per una reazione allergica. L'Asl di Lucca condannata a pagare oltre un milione di euro

Un reparto di rianimazione

Un reparto di rianimazione

Lucca, 16 febbraio 2019 -  Maxi  risarcimento dell’Asl per un caso di malasanità. E’ quanto ha deciso la Corte d’appello di Firenze, che, ribaltando la sentenza di primo grado del giudice civile di Lucca, ha stabilito un risarcimento di oltre un milione di euro ai familiari di un uomo deceduto per una reazione allergica, condannando l’Asl a pagare anche le spese legali per 100mila euro.   La vicenda risale al lontano giugno 2011, quando un 58enne lucchese che abitava in periferia accusò un grave malore in casa per uno choc anafilattico. Tutto accadde in pochi drammatici minuti. L’uomo aveva dei dolori alla zona lombare e la moglie gli aveva somministrato un antistaminico con un’iniezione. Ma gli si scatenò subito una reazione allergica e la donna alle 21 allertò disperata il 118. L’uomo fu soccorso in casa, poi caricato in ambulanza e giunse in ospedale Campo di Marte alle 22, in gravi condizioni. Appena quindici minuti dopo andò in arresto cardiocircolatorio e finì in coma. Dopo un mese di agonia, ai primi di luglio, il cinquantottenne morì in rianimazione senza aver mai ripreso conoscenza.   Secondo i familiari, che si sono affidati all’avvocato Nicola Gori dello studio Gori, Ottolini e Da Ponte a Quarto, vi furono negligenze nella gestione di quei primi drammatici minuti da parte del personale medico. Erano certi che non fosse stato fatto tutto il possibile. E in effetti è poi emerso che il 58enne si sarebbe potuto salvare con una immediata iniezione intramuscolo di adrenalina, che gli fu invece somministrata tardi e mediante aerosol in ospedale. Questa infatti la conclusione della Ctu affidata al medico legale dottor Gilberto Martinelli che però l’Asl non aveva accettato, rifiutandosi di trattare qualsiasi risarcimento nonostante il tentativo di mediazione attuato all’epoca dai legali della famiglia.

Partì allora una causa in tribunale, ma il giudice civile in primo grado, pur avvalendosi anche della ulteriore Ctu del dottor Luigi Papi, respinse la richiesta di risarcimento dei familiari, condannandoli a pagare anche 20mila euro di spese legali. Quasi una beffa per la moglie e il figlio della vittima.   Ma la famiglia non si è mai data per vinta e, sempre sostenuta dall’avvocato Gori, è andata avanti nel 2017 con un ricorso in appello, convinta che vi fossero delle precise responsabilità da parte dei medici. E alla fine i giudici fiorentini, nelle scorse settimane, sempre basandosi sulle consulenze dei due medici legali, hanno completamente ribaltato la sentenza di primo grado, riconoscendo la responsabilità dell’Asl nel decesso del 58enne lucchese. L’azienda saniutaria dovrà ora pagare il cospicuo risarcimento e le spese legali, che nel frattempo sono appunto lievitate.