
Centrodestra ancora senza nome. E Del Chiaro guadagna terreno
Probabilmente il candidato sindaco per il centrodestra di Capannori sarà Matteo Petrini di Fratelli d’Italia. Oppure no. Perché mentre sta spuntando il mese di marzo, i partiti di centrodestra non hanno ancora siglato l’accordo. Le castagne dal fuoco, insomma, dovrebbero tirarle fuori a livello regionale perché sul territorio interessato è in moto la tecnica dei veti incrociati. Come suggerisce il coordinatore di Forza Italia Carlo Bigongiari con prudente saggezza, deciderà l’asse Lucca-Firenze. Una situazione che vede Forza Italia e Lega non avanzare proposte, limitandosi a non mettere il timbro su una candidatura rispetto alla quale pesano i distinguo.
L’attesa regna sovrana: una spirale che non consente di veder scaldare i motori in nome della competizione e del confronto sui programmi. Come abbiamo più volte scritto, l’unica certezza arriva dal centrosinistra, con la candidatura consolidata e già operativa sul territorio di Giordano Del Chiaro. Nell’area civica del controcampo di centrodestra, primeggia invece Paolo Rontani di “Capannori Cambia”. Il quale, interpellato dal nostro giornale, non conosce a oggi quale sia esattamente il percorso che stanno seguendo Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega.
Una impasse che sta dando, in termini pratici e a partire dalla visibilità, un netto vantaggio a Del Chiaro, assessore all’ambiente e all’urbanistica dell’amministrazione uscente targata Luca Menesini. Sul “caso Capannori”, un ex sindaco si è lasciato andare a una battuta, più dettata dallo sconforto che da altre ragioni: "Potrei già dire, a meno che non avvenga un miracolo, che comunque andrà a finire sarà una sconfitta". Parole amare, anche se non è detto che siano profetiche. Certo, il tempo non potrà scorrere all’infinito. Se non altro per gli adempimenti in materia di presentazione delle liste e di tutto ciò che attiene alle elezioni fissate per i prossimi 8 e 9 giugno. Una tornata elettorale, lo ricordiamo, dove si voterà anche per il rinnovo del parlamento europeo, occasione per la quale, sull’espressione delle preferenze fa registrare il cosiddetto voto disgiunto.
Maurizio Guccione